La generazione Z, i social, i genitori e sorriso perfetto: l’opinione della dr.ssa Manuela Alborghetti

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(Adnkronos) – Il sogno di tutti i ragazzi? Avere un sorriso perfetto. Ne parliamo con la dottoressa Manuela Alborghetti, esperta in odontoiatria estetica non invasiva. ‘Migliorare l’estetica del sorriso è diventato un desiderio estremamente diffuso fra i 16 e i 25 anni. Recentemente i pazienti più giovani hanno il desiderio di raggiungere un certo tipo di estetica, denti allineati e molto molto bianchi, una sorta di Hollywood smile. Le motivazioni alla base di questo desiderio si riconducono certamente al confronto che vivono quotidianamente rispetto ai loro riferimenti social. Ai miei tempi, io ho 46 anni, non esisteva questo confronto così presente, pressante e quotidiano con la perfezione, reale o filtrata che sia’.  QUALI DESIDERI AVEVANO LE GIOVANI DELLA SUA GENERAZIONE? ‘In genere le donne della mia generazione sono state le prime a richiedere in massa interventi di mastoplastica additiva per esempio, ma sul sorriso in Italia siamo sempre stati molto legati alla tradizione del conservare i nostri denti così com’erano, anche per la paura di avere un risultato che fosse un sorriso dall’aspetto fake, estremamente innaturale, come quello che si vedeva in tv nelle serie americane di allora. Di certo i genitori dell’epoca avranno trovato eccessivo questo desiderio delle figlie di migliorare il decoltè, desiderio che oggi è invece considerato normale, nonostante ci sia un intervento chirurgico importante a cui sottoporsi’. COM’E’ CAMBIATO IL TREND ATTUALMENTE? ‘Credo siano i giovanissimi a stabilire i nuovi trend. Per questo vorrei parlare ai genitori, che circa sono miei coetanei. Spesso ne incontro di preoccupati, che fanno muro di fronte alla richiesta dei figli. Hanno paura di futuri pentimenti, che i figli rovinino denti sani e, non ultimo, credo perché sia un desiderio, quello del sorriso perfetto, in cui non si riconoscono. Non si riconoscono perché se osserviamo i nostri grandi imprenditori over 50, politici, giornalisti, intellettuali e sportivi ci rendiamo conto di quanto siamo arretrati nel concetto che un bel sorriso sia importante, che possa davvero cambiare in meglio la percezione di sé, le relazioni interpersonali, private e professionali’. QUAL È QUINDI IL GIUSTO APPROCCIO? Diciamo che di certo rifiutare i cambiamenti, non voler comprendere il contesto attuale, che non può essere uguale a quello di 30 anni fa, non aiuta i ragazzi a compiere scelte consapevoli, anzi. Il giusto approccio è sempre l’informazione e la giusta consapevolezza rispetto alle cure che si decidono di intraprendere e il conflitto raramente consente questo percorso. Va considerato che giovani non comprendono appieno il concetto di invasività e irreversibilità di cura. Vogliono qualcosa e basta. Non esiste il futuro, a 20 anni esiste solo il presente. Per me è fondamentale che considerino, come primo approccio, la cura non invasiva, cioè il migliorare il sorriso senza intaccare i denti naturali perché, se possibile e coerente col risultato desiderato, è di certo una via che elimina già una preoccupazione importante e giustificata. Per la paura rispetto al risultato direi con certezza che un bel sorriso può essere chiarissimo, bianco, eppure dall’aspetto naturale, se realizzato da professionisti esperti. L’idea che un sorriso bianco sia innaturale fa parte dell’esperienza della mia generazione, ma è un errore trasformare questa esperienza in pregiudizio. Sarebbe bello approfondire questo tema anche in altre sedi, magari con persone preparate rispetto all’aspetto psicologico che sottende questo bisogno giovanile che, a mio avviso, se adeguatamente guidato, è certamente un desiderio positivo, legato alla voglia di vivere, di realizzarsi, di prendersi cura di sè. Dott.ssa Manuela Alborghetti Piazza della libertà 10, Bergamo studioalborghetti@icloud.com 035.235866 —immediapresswebinfo@adnkronos.com (Web Info)