- Cosa ne pensa delle decisioni prese dal premier Giuseppe Conte?
La comunicazione soprattutto in situazioni come quella del Cod–19, si è rivelata altalenante e poco chiara, le regole e le informazioni dovevano essere più precise, considerando la gravità della situazione.
- Dopo il Coronavirus, quali sono le più grandi difficoltà che dovranno affrontare le aziende italiane?
Dovranno affrontare una crisi da post guerra, perché le aziende sono legate a delle tempistiche indiscutibili soprattutto a livello internazionale, perdere anche solo un mese di lavoro pregiudica, il mantenimento delle quote di mercato, il lavoro fatto negli ultimi anni e la programmazione aziendale che ogni singolo imprenditore ha messo in campo. Il lavoro da fare, sarà quello di ripartire da zero e rimettersi in gioco, capire quali sono le risorse utilizzabili e pianificare quali saranno le prime attività per riprendere quote di mercato.
- Secondo Lei quale dovrebbe essere l’intervento dello stato per evitare ulteriori deficit?
Il deficit sarà inevitabile, l’intervento dello Stato deve essere quello di dare un segnale importante e sostenere il Paese, non si possono creare categorie di serie A o serie B, lo Stato dovrà utilizzare uno strumento, come un padre di famiglia ed aiutarli in egual misura. Tutte le persone come piccoli artigiani, imprenditori, dipendenti, dipendenti pubblici, liberi professionisti ecc..
A seguire si dovrà costituire un tavolo di gruppo composto da eccellenze italiane appartenenti a vari settori, per stabilire come ricostruire un Paese,
avvalendosi anche di un aiuto proveniente dall’Europa.
- Confartigianato che tipo di provvedimenti prenderà in merito?
La Confartigianato si è messa subito a disposizione del Governo rappresentando il mondo delle piccole imprese e degli artigiani, il sostegno immediato è stato quello di creare subito una banca dati, per far capire al Governo com’è realmente oggi il termometro del Paese. Abbiamo inizialmente fatto un sondaggio tra tutti gli associati, per capire in primis, le difficoltà del primo periodo, quindi comprendere le reali difficoltà del domani. Il secondo step è quello di essere di aiuto alle imprese nei prossimi mesi, il terzo sarà quello di utilizzare gli strumenti di comunicazione per calmare gli animi, le ansie e le paure delle piccole imprese e degli artigiani.
Tre strumenti
- Lo strumento di confronto con il governo.
- Lo strumento tecnico, quello di mettere a disposizione le nostre competenze e il modo di rappresentare il nostro sistema.
- Lo strumento di comunicazione, fare da ponte fra le strutture governative e le istituzioni.
- Il sistema moda italiano in grande difficoltà – Il blocco delle attività in Cina poteva costituire una buona opportunità di rilancio per l’Italia – Tuttavia, il diffondersi dell’epidemia e la psicosi hanno cambiato le carte in tavola, quali saranno le cause?
Prima ancora del coronavirus, si è rivelata una realtà oggettivamente non positiva nei nostri confronti, non era una cosa possibile. Per il futuro, credo che ci sarà una grande rivoluzione nel modo di pensare dell’economia mondiale, dopo tutto questo, ed è palese che si dovrà studiare un nuovo modo di fare impresa, di fare diplomazia e di pensare all’economia in scala.
- Quali possono essere secondo Lei le proposte per risollevare un Paese messo in completo isolamento dal resto del mondo?
A livello internazionale dovremmo dare l’idea di un sistema che torna in salute, quindi un Paese sano. Sarà fondamentale fare una massiccia comunicazione internazionale unita a una solida diplomazia per lanciare l’idea di un Paese molto unito e consolidato, uscito da una crisi e che non ha mai smesso di essere testimonial di qualità, di prontezza e di trasparenza. Dobbiamo convincere i nostri partner internazionali a riaprire il movimento delle persone e delle merci a livello mondiale. La priorità attuale è mettere in sicurezza il Paese, ed evitare che le aziende chiudano.
- Come vede la posizione degli altri Paesi nei confronti dell’Italia attualmente?
La posizione degli altri Paesi mi ha un po’ destabilizzato, siamo stati presi con grande accanimento nel voler dare le colpe, confesso che non mi aspettavo un tale atteggiamento. A questo punto si prenderanno in esame molte cose in modo diplomatico, anche se la priorità per Noi oggi è quella di rimettere in piedi il nostro Paese, uniti e più forti che mai.
La storia insegna che l’Italia è sempre riuscita a rialzarsi.
writer
Gabriella Chiarappa