SARA HA INCANTATO ED E’STATA INCANTATA DA QUESTA AVVENTURA MUSICALE IN ASIA CENTRALE
«Ho proposto tre brani: le cover: “Fragile” di Elisa; “Malo malo eres tu” di Bebe; “Destinazione Paradiso” di Gialuca Grignani e l’inedito “Barbie”, un brano di cui sono autrice e interprete»
L’esibizione a Tashkent rimarrà indelebile nella memoria dell’artista romana Sara Scognamiglio. La figlia de quartiere Alessandrino (il ventitreesimo quartiere di Roma) ha incantato il pubblico e i media dell’Asia Centrale che si sono ritrovati nella capitale dell’Uzbekistan per seguire il Sanremo Music Awards, ideato e firmato dal patron Nicola Convertino.
«E’ stata un’esperienza direi quasi utopica che mi ha permesso di crescere sia a livello artistico che a livello personale e umano.– ci racconta ancora carica di bellissime emozioni Sara Scognamiglio – Sono stati giorni davvero intensi in un luogo caratterizzato da una forte cultura propria che mi ha segnato veramente nel profondo, poiché esempio di come l’amore e la felicità siano la vera ricchezza di un popolo dove non esiste povertà ma solo ricchezza d’animo».
Che cosa hai cantato davanti al pubblico e alla televisione uzbeca?
«Ho proposto tre brani: le cover “Fragile” di Elisa; “Malo malo eres tu” di Bebe, pseudonimo di Nieves Rebolledo Vila, cantautrice e attrice spagnola; “Destinazione Paradiso” di Gialuca Grignani e l’inedito “Barbie”, un brano di cui sono autrice e interprete».
Il Sanremo Music Awards (SMA), un format live che seleziona artisti e li inserisce in un panorama internazionale questa volta si è proposto anche come Fashion Show, nella bellissima Tashkent City, nel centro della capitale dell’Uzbekistan, una città nella città. L’evento del funambolico Nicola Convertino, con la più totale collaborazione del governo dell’Uzbekistan e in persona del presidente Shavkat Mirziyoyev, è stato una tre giorni di musica e di alta moda, che ha goduto della grandissima attenzione di media dell’Asia Centrale, con particolare attenzione di quelli Uzbechi.
Gli artisti invitati all’evento da Nicola Convertino erano: Tatiana Previati, soprano con un ricco repertorio che spazia dalle più celebri arie dell’opera alle più famose colonne sonore del cinema italiano; il francese Fabrice Pascal Quagliotti, leader dei Rockets, che ora ha intrapreso una carriera da solista; Cecilia Herrera cantante, attrice, performer e autrice di spettacoli, è in giro dal 2017 con uno spettacolo sul tango argentino; Vanessa Chiappa, nata da padre italiano e madre americana, vanta un’esperienza canora estremamente eterogenea, infatti passa in scioltezza dal pop al rock per arrivare al musical; Sara Scognamiglio che dopo aver partecipato a numerosi concorsi canori nel 2013 vince il Sanremo Music Awards, aggiudicandosi, come rappresentate dell’Italia, la finale al contest internazionale in Russia “Humor Festival”, ha aperto numerosi concerti, come quello di Anastacia di Sarah Jane Morris e Dear Jack.
Per tre giorni la musica italiana, uzbeca e russa ha risuonato nel cuore dell’Uzbekistan, ma è stata anche la festa della moda italiana, grazie alla sfilata ufficiale dello stilista romano Renato Balestra, e per la prima della collezione moda di Nicola Convertino.
«Ho condiviso questa meravigliosa esperienza insieme ad altri colleghi davvero speciali ognuno con delle proprie caratteristiche sia artistiche che caratteriali molto forti. – continua Sara – In realtà forse questi momenti di delirio hanno rafforzato l’esperienza stessa perché hanno reso un’esperienza che sembrava irrealistica un qualcosa di reale, di vivo e di sentito. Non so dire in realtà quali siano stati i momenti più belli, mi troverei in difficoltà perché ogni momento è stato davvero speciale ed unico. Tutto quello che abbiamo vissuto e condiviso ha ruotato intorno al delirio, un “delirio uzbeko” proprio come lo abbiamo definito noi».
Ha parlato di “delirio uzbeko”, come si lavora con Nicola Convertino,il patron del Sanremo Music Awards, che prima di tutto è un artista lui stesso?
«Il mio delirio più grande è sempre stato lui, Nicola Convertino, la persona con cui ormai lavoro da anni,che mi ha visto crescere artisticamente e umanamente e che considero come un papà artistico. Nicola è davvero una persona speciale, una persona di cuore che riesce a capirmi come forse nessun altro in questo ambiente, un po’ complesso e particolare. Una persona che ogni secondo ti cambia i piani ma che a livello umano, seppur sia lui stesso un delirio, si avvicina sempre in punta di piedi prendendoti per mano. A livello artistico invece ti catapulta nel delirio più totale tanto da portarti a vivere alcuni momenti in cui ti senti appesa ad una corda da cui da un momento all’altro potresti cadere. In realtà, alla fine, non cadi mai perché nel vuoto al di sotto della corda c’è sempre lui».