(di Luciano Fioramonti) ROMA – Un altro ingorgo a Roma, ma stavolta traffico, manifestazioni e scioperi non c’entrano. Per un mese sarà l’arte finlandese a tenere banco con sei artisti in azione con mostre di pittura, video e performance in gallerie e fondazioni della città. Con una chiave di lettura che rappresenta il vero elemento di novità: i giovani esponenti del panorama artistico contemporaneo – già affermati in patria, alcuni dei quali residenti a Roma – non fanno parte di una iniziativa esportata dalla Finlandia ma di un progetto nato e pensato nella Capitale per il pubblico italiano. “SuomIngorgo”, appunto, a cura di Riikka Vainio con il patrocinio del Comune di Roma, fino al 15 novembre si offre dunque come la vetrina per mostrare la produzione e i fermenti che animano la scena culturale del paese. “Sarà un momento speciale – ha detto l’ambasciatore Pia Rantala-Enberg – che darà una idea dell’invasione del Nord Europa a Roma, un’esperienza ravvicinata con le opere dei nostri artisti che avranno così l’occasione di farsi conoscere più a fondo”.
“L’idea del progetto risale a due anni fa – dice Riikka Vainio, da 12 anni a Roma – e raccoglie sotto un unico ombrello pittori e performer molto conosciuti in Finlandia, ma ancora poco noti in Italia. E’ la prima volta di una panoramica così ampia e completa sulla nostra arte”. La particolarità dell’appuntamento sta anche nel tono politico scelto – pur non essendo stato sollecitato – dalla maggior parte dei protagonisti coinvolti. “Gli artisti – spiega la curatrice – hanno tratto dai discorsi della gente lo spunto per affrontare temi attuali come l’uguaglianza, i migranti, i movimenti populisti, il razzismo, il femminismo con opere realizzate per l’occasione”.
Katja Tukiainen con “Write to me” ha chiesto ai visitatori del Macro Asilo di scrivere con rossetto rosa su pareti di vetro slogan sulla virilità da lei poi rielaborati ed espone i suoi lavori nella piccola galleria Futurism and Co. Otto Karvonen provoca con la sua mostra-performance “Iniziativa Canto d’Uccello” (Pastificio Cerere) e ricorre alle migrazioni dei volatili per mostrare le contraddizioni sull’immigrazione: ha inscenato tra l’altro una mini-manifestazione in cui un fantomatico movimento nazionalista mostra cartelli dall’effetto grottesco: “Un solo uccello, un solo canto, una sola identità.
Il passero italiano prima di tutti”. Sasha Huber, svizzero-haitiana oggi cittadina finlandese, porta al Macro la serie “The firsts”, dedicata alle prime persone della diaspora africana giunte in Europa tra ‘800 e ‘900 e farà il ritratto di Ojibwa Edmonia Lewis (1844-1907), tra le prime donne di colore a Roma divenuta artista di fama internazionale. Katriina Haikala presenta alla Fondazione Volume! i suoi “Social Portrait” su uguaglianza e diversità, ritraendo solo donne che si mettono in posa guardandole in faccia senza guardare il foglio. L’anno prossimo presenterà a New York i mille ritratti raccolti in vari paesi il mondo. Hannu Palosuo, che vive e lavora a Roma dal 1989, espone all’Opera Studio i suoi ritratti seriali senza volto della serie “The Uncertainties of memory”. Kaarina Kaikkonen, infine, già protagonista di una grande installazione recente al Maxxi, propone alla Galleria Z20 un mix dei suoi lavori più rappresentativi con e di con materiali poveri pensate per questa sua personale a Roma. Il Festival dell’Arte finlandese andrà anche all’estero, sempre coinvolgendo gallerie e istituzioni locali: prossimo appuntamento in primavera a Parigi
L’arte finlandese invade Roma
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