L’abbiamo incontrata sul set di un videoclip una settimana fa, in questi giorni è alle prese con svariati progetti e lavori; è già in procinto di partire domani direzione Campania per un invito a presenziare durante una nota kermesse di Spettacolo. Non solo: fra 12 giorni presenterà un evento presso il Caffè Letterario a Roma in zona Ostiense. Stiamo parlando dell’attrice Noemi Cusato.
Attualmente collaboro con uno studio di produzioni musicali e mi occupo di curare la sceneggiatura e la regia dei videoclip degli artisti; nei diversi progetti talvolta ho anche l’opportunità di partecipare come attrice e organizzatrice del set. Inoltre settimanalmente tengo delle lezioni individuali di recitazione per giovani attori e attrici. Sto iniziando a scrivere insieme ad una collega di Londra un soggetto per un film d’impronta sociale e civile per il quale ci siamo documentate in estate. Nel frattempo sto continuando a distribuire ai vari festival nazionali e internazionali il mio corto sul tema dell’epilessia. Nel tempo libero scrivo e canto le mie canzoni, mi preparo ai casting e cerco sempre di aggiornarmi su nuove opportunità in campo lavorativo.
Ci parli del tuo ‘esordio’ nello spettacolo e della tua formazione? Appena terminato il liceo sono approdata nella Capitale per sostenere un’audizione e da quel momento Roma è diventata la mia seconda casa. Ero entrata a far parte di un’accademia, la EUROPEAN UNION ACADEMY OF THEATRE AND CINEMA (EUTHECA) di Cinecittà. Iniziai un triennio di studio molto variegato. Mi approcciai così alla recitazione da professionista, al teatro, al cinema e allo spettacolo in tutte le sue forme. Davanti ai miei occhi si aprì un ventaglio di mille sfumature dapprima inesplorate e cambiamenti, mentre lavoravo con tenacia e dedizione su me stessa, con i miei colleghi e affrontando la scena con profonda preparazione. Durante l’accademia iniziai a confrontarmi con i primi progetti cinematografici e televisivi. Man mano che il tempo passava, approfondivo tutte le potenzialità espressive e comunicative davanti alla telecamera, al microfono e dentro i teatri.
Una delle esperienze per me più significative fu lo spettacolo di Shakespeare ”Pene d’amor perdute” col quale abbiamo partecipato al Festival ”Le grandi Dionisiache”, in un bellissimo anfiteatro a cielo aperto di Segesta, in Sicilia. Altre esperienze teatrali per me significative sono state ”Le metamorfosi” di Ovidio e ”Hilda” di un’autrice contemporanea: due opere con cui abbiamo partecipato al Festival di Todi, in Umbria. La definisco un’esperienza rilevante in quanto nell’arco di cinque giorni andai in scena in due spettacoli diversi con personaggi molto differenti e due messinscena molto distinte tra loro. Fu una sfida trasformarmi per due interpretazioni eterogenee nell’arco della stessa giornata; fu una sfida. Ad oggi aver fatto quell’esperienza ed essere riuscita a soddisfare quella richiesta è per me motivo di grande orgoglio e mi torna molto utile per diverse esperienze attuali.