“Mi vedo costretta ad esprimere pubblicamente il mio rammarico nel veder sfumare la conferma del ruolo di vicepresidente della XI Commissione Sviluppo economico e attività produttive in Regione Lazio. Ufficiosamente, “non merito la fiducia del gruppo regionale M5S” pertanto, all’esito di una triste riunione interna, non mi verrà riconfermata la vice presidenza.
Per mesi ho agito con correttezza, in qualità di vicepresidente, anche avallando decisioni della maggioranza quando condivisibili e dando voce in commissione alle criticità e ai bisogni di ogni piccola realtà che opera sul territorio, a partire da tutto il mondo artigiano, al quale mi sento particolarmente vicina per la mie precedenti esperienze, fino alla mozione presentata a tutela del comparto wedding con la quale ho voluto dar voce alle centinaia di piccole imprese ferme da mesi per via del lockdown.
Il gruppo del M5S in Regione mi ha contestato di non capire la differenza tra essere opposizione ed essere maggioranza. Come se la scelta di appoggiare Zingaretti, tradendo le migliaia di elettori che hanno creduto nella nostra opposizione, potesse essere decisa solo tra noi 8. Di conseguenza, al centro della loro indicazione, la scelta da me mai condivisa di entrare in giunta e invisa comunque a tanti altri portavoce e attivisti territoriali. Mi è stato imposto più volte il silenzio su alcune questioni “roventi”, decisione che, per coerenza con me stessa, non ho assecondato.
Rispetto e fiducia negate a mesi continuano invece a dare all’attuale assessora Lombardi malgrado gli “accordicchi” che da sempre ha portato avanti col PD suRoma, fino a proporre primarie congiunte e mai nascondendo la sua ostilità nei confronti della Sindaca Virginia Raggi, oggi nuovamente candidata e supportata da tutto il M5S. Sono curiosa di vedere quale sarà la sua posizione nei confronti di questa candidatura contrapposta a quella di Roberto Gualtieri. La stessa Lombardi che, in qualità di membro del comitato di garanzia del M5S, non si indigna e non fa rispettare la messa in pratica di tutto quanto emerso dagli Stati Generali.
Forse merita maggiore rispetto e fiducia colui che ha ratificato le nuove assunzioni regionali, frutto della graduatoria di un pessimo concorso, che un parere legale vorrebbe annullare in autotutela. Sicuramente sto pagando, in termini di fiducia, per la presentazione in merito, di una interrogazione alla Giunta che non mi è stata “perdonata”, quando in altritempi un episodio del genere ci avrebbe fatto infuriare e chiedere a gran voce le dimissioni, non solo dell’ufficio di presidenza, ma di tutta la Giunta Zingaretti. E, a differenza della nostra completa mancanza di dignità, almeno il PD ha imposto le dimissioni al loro Presidente del Consiglio.
Magari si sarebbe preferito il silenzio anche per la denuncia che ho presentato riguardo al bando rivolto alle associazioni culturali. Senza controllo alcuno, la Regione stava devolvendo finanziamenti a chi non ne aveva titolo, compreso un club privè. Ad oggi, sulla base della nuova graduatoria, pubblicata ieri dopo gli ulteriori controlli che avevo richiesto, l’esito sembra essere ben diverso da quello iniziale: decine di partecipanti sono stati ritenuti non finanziabili. Mi aspetto di capire ora i costi di tutto questo iter di controlli e le modalità di restituzione del contributo ingiustificatamente già erogato.
Sicuramente anche il mio continuo appoggio alla piattaforma Rousseau è stato per il gruppo “elemento di disturbo” ma tengo a precisare che quella è la “nostra” piattaforma, sulla base di un codice etico che tutti i Portavoce hanno firmato e che tutti avremmo dovuto rispettare e continuare a sostenere economicamente.
Mi sento un consigliere che ha rispettato e sta rispettando il mandato e la volontà degli elettori, ma prendo atto che non godo della fiducia di chi ritengo abbia tradito quanto affermato in campagna elettorale nel 2018, specialmente l’allora candidata del M5S alla presidenza, che invece oggi ha deciso che il PD e Zingaretti debbano essere i nostri alleati senza alcuna consultazione in merito, mentre io, rappresentante di quella parte del M5S che continua ad osteggiare tale alleanza, non la merito più.
Ma va bene così. Il M5S è la mia casa e tale resterà con la coerenza che ho sempre manifestato, nel rispetto di chi mi ha voluta opposizione ad un Presidente che non mi rappresenta.
Con orgoglio accetto questo verdetto. Farò parte di 4 commissioni compresa quella appena creata sulla trasparenza, continuerò il mio lavoro attraverso il costante confronto e il sostegno ai territori e ai Portavoce locali come ho sempre fatto, nella consapevolezza di essere dalla parte giusta a difesa di quei principi e quella coerenza che avevano portato il M5S al 33%.
Non ho nessuna intenzione di abbandonare le mie lotte tantomeno quel movimento a cui personalmente credo ancora.
Trovo invece assolutamente fuori luogo chiudere gli occhi sentendosi maggioranza davanti ad azioni che in passato ci avrebbero visto protagonisti in modo diverso”.
Così in una nota la consigliera Francesca De Vito, Movimento 5 Stelle.