“Le nuove forme di devianza: bullismo e cyber-bullismo”. Presentazione del volume di Agata Barbagallo

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a cura di Sara Esposito

Presto arriverà la nuova legge sul contrasto al bullismo e al cyberbullismo, approvata all’unanimità alla Camera e ora in esame al Senato. Ma intanto dal convegno della Fias a Roma arriva la richiesta di rendere più efficaci, rapidi ed efficienti le attività e gli strumenti di prevenzione e quelli di contrasto messi in campo da famiglia e scuola, per esempio introducendo il numero di telefono 111 come rierimento del Centro Servizi di Ascolto, affermando il valore e il ruolo stesso delle famiglie, e infine rendendo più immediati gli interventi sulle reti social degli Operatori della privacy.
Sono questi i contenuti emersi dalla presentazione del nuovo libro scritto da Agata Barbagallo “Le nuove forme di devianza: il bullismo e il cyberbullismo”, organizzata dalla Fias e da Armando Editore e moderata dal dott. Pietro Nigro, giornalista e direttore di Italia Notizie 24, che si è tenuta il 14 novembre alla sala Matteotti della Camera dei Deputati.
Durante la presentazione, Luciano Ciocchetti, che è vice presidente della XII Commissione Affari sociali della Camera ha infatti confermato che il testo che dovrebbe colmare le lacune della legge 71 del 2017, dovrebbe diventare legge in tempi piuttosto rapidi, perché il testo ora all’esame del Senato è stato approvato all’unanimità da tutte le forze politiche a Montecitorio.
E quel testo contiene alcune importanti innovazioni non solo perché istituirà la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, ma anche perché estende anche al bullismo il perimetro di applicazione della prevenzione e del contrasto del cyberbullismo previsti dalla legge del 2017.
Inoltre, la legge metterà a disposizione maggiori risorse per le campagne informative di prevenzione e sensibilizzazione, e prevede l’adozione in ogni istituto scolastico di un codice interno per la prevenzione e il contrasto e l’introduzione da parte delle regioni di un apposito servizio di sostegno psicologico e di coordinamento pedagogico a vantaggio delle scuole.
Ma le attività di prevenzione, che si realizzano soprattutto intervenendo e agendo sul piano culturale, e quelle di contrasto, richiedono mezzi e modalità efficienti per poter essere realmente efficaci.
Per questo Rocco Milano, in qualità di presidente della Fondazione internazionale di Assistenza Sociale, che ha promosso la realizzazione del libro, ha richiamato la proposta avanzata dalla Fias di introdurre il servizio 111, ovvero il Centro Servizi di Ascolto dedicato non solo al bullismo ma a tutte le esigenze di tipo sociale e assistenziale, a cui le famiglie possono rivolgersi per ottenere facilmente e immediatamente aiuto.
Inoltre, per dare forza al messaggio che sarà lanciato con la istituzione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, il presidente della Fias ha anche proposto di fare leva su un grande evento spettacolare e musicale, che avrebbe un maggiore risalto mediatico perché coinvolgerebbe artisti famosi.
Al convegno hanno portato la loro significativa testimonianza civica e culturale anche l’ex magistrato Luca Palamara, che si è soffermato sul ruolo di giudici e avvocati per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo che diventano di competenza dell’amministrazione giudiziaria, e Augusto Liani, che come referente Unicredit per il No Profit e gli Enti ecclesiastici segue e sostiene da tempo le attività sociali della Fias e che intende supportare anche l’iniziativa contro il bullismo e il cyberbullismo intrapresa con la pubblicazione del libro.
“Le nuove forme di devianza: bullismo e cyberbullismo” di Agata Barbagallo è stato appena pubblicato nella collana IrSef di Armando Editore, una casa editrice che, come ha ricordato il direttore commerciale Andrea Jacometti, ha esordito nel 1949 proprio con la pubblicazione di un libro di pedagogia, e che sin dalla fondazione si è posta l’obiettivo di contribuire alla formazione e alla preparazione dei docenti di ogni ordine e grado con una editoria qualificata.
Nel suo intervento l’autrice, che dalla sua esperienza di lavoro a scuola ha tratto l’input per andare ad esaminare le reali difficoltà affrontate da famiglie e scuola nell’affrontare il bullismo, ha posto anche la necessità di comprendere preliminarmente la portata esatta e le caratteristiche di bullismo e cyberbullismo, e capire che si tratta di un problema medico – sanitario, prevalentemente di natura psicologica.
Per questo l’autrice rilancia la necessità che tutta l’area del disagio dei giovani e giovanissimi, a scuola, venga affrontata e gestita con l’aiuto di personale specializzato, che non può essere rappresentato dagli insegnanti di sostegno e deve essere invece costituito da psicologi e psicoterapeuti che affianchino e supportino famiglie e insegnanti.
Inoltre, i comportamenti deviati che degenerano fino a diventare bullismo e cyberbullismo, proprio per questa natura psicologica, richiedono di essere affrontati con la massima tempestività, fin dal primo apparire di “segnali premonitori”. Il libro, dunque, in larga misura si propone di fornire agli insegnanti proprio una guida alla individuazione “precoce” dei sintomi e degli indicatori di allarme, per affrontare il bullismo e il cyberbullismo prima che si aggravino. Il punto più debole dell’attuale quadro legislativo ed operativo del contrasto a bullismo e cyberbullismo – ha spiegato però l’avvocato Maria Lufrano, presidente regionale del Lazio di Anas, Associazione Nazionale di Azione Sociale – è in realtà la famiglia.
Se infatti la nuova normativa dà opportuno risalto alle attività di prevenzione, non si può non ritenere che proprio la famiglia e il contesto familiare siano il primo luogo nel quale si deve fare prevenzione.
E i primi attori che dovrebbero essere aiutati e sostenuti sono proprio i componenti della famiglia, la cui stessa configurazione sociale appare tuttavia sempre più indebolita, tanto che i genitori sono spesso i primi a non sapere e non potere neanche cogliere e individuare il manifestarsi del bullismo e a non saper fornire adeguato sostegno ai propri figli.
Anche la giornalista e docente Mara Macrì ha sottolineato nel suo intervento i pregi del libro in quanto “manuale operativo”, strumento pratico per famiglie e insegnanti per la comprensione e la conoscenza dei comportamenti devianti che portano al bullismo e al cyberbullismo, in quanto indispensabili e propedeutiche alle attività di prevenzione e di contrasto che si possono mettere in campo sia nel contesto familiare che in quello scolastico.
Un elemento di debolezza del quadro legislativo e normativo attuale è stato segnalato da Cesare Montanucci, presidente del Collegio Italiano Privacy e Data protection Officer. La legge, infatti, ha ricordato Montanucci, impone ben precisi obblighi di attivazione, per esempio, in capo ai gestori di strumenti informatici e reti web e social, ma non dispone nulla riguardo ai tempi entro cui tali obblighi devono essere eseguiti. E’ paradossale, ad esempio, il fatto che qualsiasi soggetto voglia denunciare comportamenti di cyberbullismo, per esempio il minore se al di sopra dei 14 anni di età, o i suoi genitori e tutori negli altri casi, può rivolgersi al titolare delle reti o dei social, e in mancanza può facilmente inviare una segnalazione, ad esempio, all’Autorità Garante Privacy.
Ma per affrontare l’eventuale inadempienza dei titolari delle reti social e web è necessario rivolgersi all’autorità giudiziaria, con tutte le lentezze che si possono ben immaginare e che sono deleterie in una materia “urgente” come gli atti di cyberbullismo. Di qui la proposta – per accelerare i tempi dell’azione e dell’intervento – di dare alla Privacy il potere di intervenire.


Bullismo e cyber-bullismo sono fenomeni multi causali da inquadrare nelle prospettive socio-psicologiche che caratterizzano la realtà degli adolescenti di oggi e non solo. Una realtà segnata, sempre più frequentemente, da una vera e propria “carenza pedagogica”.
Per questo motivo, alle agenzie educative sono richieste azioni sinergiche, condivise e pianificate allo scopo di riconoscere e arginare il più possibile condotte aggressive e devianti. La recente esplosione di episodi di violenza che interessano le nostre scuole e che configurano un quadro sociale ed educativo critico rende necessario scandagliare le
insidie del mondo digitale e virtuale e attivare sinergie tra le istituzioni, le famiglie e gli
stessi studenti.
Il testo si propone come una sorta di vademecum per tutte le scuole di ogni ordine e grado, alle quali l’autrice propone dei moduli di dieci incontri di un’ora e mezza ciascuno, che si avvalgono anche dei benefici della Pet Therapy.