Il bambino nero che ride mentre si punta una pistola alla tempia. Non è un caso che Elliott Erwitt, uno dei più grandi fotografi viventi, consideri particolarmente caro questo suo scatto giovanile in bianco e nero. Il piccolo protagonista gioca evocando un momento tragico, “Tutto è serio ma può anche non esserlo”, così il maestro riassume il suo modo di guardare il mondo. La mostra “Icons” che a Roma offre fino al 17 maggio il meglio del meglio della sua lunga carriera, è la prova palpabile di come serietà e ironia, la doppia valenza di una vita che può essere drammatica e allegra, lo abbiano guidato costantemente nel raccontare i grandi personaggi del Novecento, gli eventi, le star, le mode, i cani, la natura, il paesaggio, la città.
E’ stato proprio Erwitt, che ha 92 anni e vive a New York, a selezionare una ad una con Biba Giacchetti, la curatrice che gli è amica da più di venti anni, le 70 immagini suggestive esposte al WeGil, il bell’edificio nel rione Trastevere che fu sede della Gioventù Italiana del Littorio e di cui la Regione Lazio sta completando il restauro. “Il criterio che ha improntato la scelta – spiega Giacchetti – è quello delle fotografie che lui ama di più, che ritiene lo rappresentino maggiormente”.
Ovviamente, tra le immagini davvero iconiche di John Kennedy, Marilyn Monroe, Cassius Clay che sta per cadere al tappeto, Che Guevara, Fidel Castro, c’è il celebre “Califofornia kiss” del 1956, il bacio dei due innamorati nello specchietto retrovisore di un’ auto ferma davanti al mare al tramonto. “E’ la prima che gli chiesi in regalo – racconta la curatrice, che ha conosciuto Erwitt negli anni del loro lavoro comune nella mitica agenzia Magnum di Robert Capa – e lui mi guardò disgustato considerandola troppo zuccherosa. Si è dovuto rassegnare al successo di questa foto, che esprime una composizione straordinaria”.
La mostra – promossa dalla Regione in collaborazione con Sud Est 57 – nasce per lasciare una traccia del passaggio in Italia di Erwitt. “Quando Elliott non ci sarà più – dice Biba Giacchetti – tutto il suo archivio andrà a una università americana che ha già assorbito una parte del materiale. Io e il mio socio Giuseppe Cerone, i suoi due figliocci, abbiamo voluto costruire la mostra delle sue fotografie più amate per poterla tenere nel nostro paese e farla girare. Abbiamo comprato tutte le singole stampe, è un patrimonio che resterà in Italia”.
Foto intrise di ironia, di una vena surreale, a volte romantica si alternano a quelle di grande potenza drammatica come gli occhi di Jacqueline Kennedy sconvolti dal dolore durante i funerali del marito, con il volto del cognato Robert sul bordo dell’ immagine. Certo, spiccano la sequenza di Marilyn e il primo piano sorridente del “Che”, Nixon che punta l’indice sul bavero della giacca di un apparentemente intimorito Kruscev, Jack Keuouac e Marlene Dietrich, il cast stellare del film “Gli spostati”. Ma strappano un sorriso il barboncino ‘antropomorfo’ su due zampe appoggiato a una balaustra accanto a quattro persone, la serie dei famosi cani ritratti dal basso secondo il loro punto di vista, a pochi centimetri dai piedi dei loro padroni, e le bizzarrie fissate cogliendo l’attimo o frutto di una preparazione accurata. “Se le mie immagini aiutano qualcuno a vedere le cose in un certo modo – spiegò Erwitt – probabilmente è a guardare le cose con più leggerezza”.