ROMA, 20 gen. – “La mia associazione Setteottobre nasce dopo il 7 ottobre 2023, perché ci ha molto preoccupato non solo il dramma e il massacro di ebrei perpetrato nel sud di Israele quel giorno, ma anche la reazione di una parte importante dell’Occidente, che nello scegliere tra le vittime e i terroristi che li hanno trucidati, ha scelto Hamas. Una parte della cultura occidentale nega i propri valori. Preoccupa che, dopo 75 anni, tanti giovani la pensino come Hitler, ossia che gli ebrei vadano uccisi”. A parlare con l’agenzia Dire è Stefano Parisi, fondatore e presidente dell’associazione Setteottobre che sarà presentata domenica 21 gennaio a Roma, al Teatro Sala Umberto (in via della Mercede 50), a partire dalle ore 10.30.
L’operazione che lo Stato ebraico ha lanciato nella Striscia di Gaza dopo l’aggressione del gruppo palestinese, che ha causato 1.200 morti e che ancora tiene sotto sequestro 130 persone circa, ha generato una crisi nell’area. L’amministrazione americana guidata dal presidente Joe Biden da subito ha garantito sostegno al suo alleato. Ma ora, dopo oltre 100 giorni di attacchi e 24mila morti tra i palestinesi, sembra stiano cadendo nel vuoto gli appelli a soluzione e negoziati, rivolti al premier Benjamin Netanyahu: “Israele in 75 anni non ha mai fatto una guerra di sua iniziativa- osserva il fondatore di Setteottobre- e ha sempre dovuto difendersi. Ma dopo il massacro e i 240 sequestri, è chiaro che abbia dovuto per forza rispondere con un intervento militare. Tutti i morti – ebrei e palestinesi – sono una responsabilità di Hamas. Se il gruppo rilasciasse gli ostaggi e la smettesse di lanciare missili quotidianamente contro Israele, il cessate il fuoco scatterebbe immediato”. Prosegue Parisi: “Penso che Biden debba lanciare anche un messaggio al suo elettorato. Quest’anno si vota. E una larga parte dei democratici non concorda con la giusta linea del presidente di sostenere Israele”. Inoltre ieri, ricorda il presidente dell’associazione, “i leader di Hamas che espongono i palestinesi agli attacchi israeliani hanno rifiutato ogni accordo”.
Di recente il Sudafrica ha denunciato Israele alla Corte internazionale di giustizia per presunto genocidio commesso sulla popolazione di Gaza. Una mossa che Parisi giudica “drammatica: il Tribunale internazionale nasce dopo la shoah. Israele ha subito un tentativo di genocidio il 7 ottobre, e dal giorno dopo in poi ha cercato di difendersi cercando di uccidere i membri di Hamas. È una vergogna che tanti Paesi accusino Israele di genocidio o apartheid, soprattutto a pochi giorni dalla Giornata della Memoria del 27 gennaio”.