Prosegue con tenacia tutta gramsciana il GramscilabAles 5.0. Ideato e promosso dalla compagnia Il crogiuolo di Cagliari prima della pandemia, il progetto è stato portato avanti in questi anni nei suoi diversi contenuti, sempre con entusiasmo e determinazione, dalla direttrice artistica Rita Atzeri e dai partecipanti arrivati da diverse parti d’Italia per gli spettacoli e le residenze artistiche che hanno premiato i progetti di indagine maggiormente innovativi.
Con la presentazione al pubblico di “Nato in casa“, installazione multimediale pensata per la Casa Natale Gramsci di Ales, sabato 1° ottobre alle ore 17:00, il GramscilabAles 5.0 giunge al suo punto d’approdo più importante: proporre un punto di vista inedito del grande intellettuale e politico, dando al contempo un contenuto ai luoghi Gramsciani, partendo dall’edificio ottocentesco dove nacque Antonio Gramsci.
“Abbiamo pensato di iniziare a raccontare Gramsci attraverso la dimensione della Casa e quindi dell’intimità di affetti che al concetto di casa afferiscono, a partire dalla nascita, che narriamo attraverso un’approfondita ricerca sulla nascita in Sardegna tra fine Ottocento e primi del Novecento”, afferma Rita Atzeri, che prosegue: “Abbiamo fatto inoltre un enorme lavoro per gettare i presupposti di un percorso integrato di tour di luoghi gramsciani fruibile anche da gruppi e scolaresche, accattivante intellettualmente e tecnologicamente, che è suscettibile di essere sempre più arricchito di contenuti”, dichiara l’ideatrice del progetto finanziato dalla Regione Sardegna nell’ambito del POR FESR 2014-2020 – Azione CultureLAB2018.
L’itinerario
Il paesaggio, i colori e i sapori dell’infanzia tutta sarda di Antonio Gramsci, che peso hanno avuto nell’elaborazione del pensiero del teorico dell’egemonia e della subalternità culturale? È una delle riflessioni che prendono forma a seguire, passo dopo passo, i luoghi dell’oristanese dove il grande intellettuale ha trascorso l’infanzia fino agli anni del liceo, seguendo il percorso organizzato da il Crogiuolo di Rita Atzeri con il progetto GramsciLab Ales 5.0 e sperimentato in questi giorni tra Ales, Sorgono, Ghilarza, Santu Lussurgiu e Cagliari in compagnia di amministratori e studiosi.
Un percorso artistico, culturale ed emozionale, una proposta aperta alle amministrazioni comunali che ha gettato le fondamenta di una rete coerente e organizzata per invitare nell’oristanese scolaresche e gruppi desiderosi di scoprire un lato inedito di Antonio Gramsci. Il risultato è infatti un quadro umano e morale di spessore via via maggiore, un mosaico che si compone tessera dopo tessera, e che mostra avere un grande potenziale turistico e culturale.
L’itinerario pilota si sviluppa nel corso di due giorni e parte da Ghilarza. Paese d’origine della madre Peppina Marcias, Ghilarza è il paese dove Antonio Gramsci ha vissuto dal 1898 al 1911. La casa, il paese, il territorio circostante hanno rappresentato per Gramsci luoghi di memoria e di affetti a cui è tornato più volte con note di struggente nostalgia. Sono ambienti descritti nelle Lettere dal carcere, nei Quaderni del carcere e nella memorialistica dei primi biografi. Si prosegue per Santu Lussurgiu con la visita al percorso del Ginnasio Carta-Meloni, dove Gramsci studiò prima di spostarsi a Cagliari e per Ales, dove, a cura dell’Associazione Casa Natale Gramsci di Ales, sarà possibile visitare la piazza allestita da Giò Pomodoro, che tanto fece discutere al tempo della sua realizzazione, per poi partecipare, alla casa natale di Corso Cattedrale, alle proposte di “Nato in Casa”.
Il giorno successivo ci si sposta a Sorgono, con la visita dei luoghi gramsciani a cura dell’ Associazione Culturale Amici di Antonio Gramsci e infine a Cagliari, per seguire Gramsci in Casteddu, trekking urbano ideato da Ornella Piroddi, Giacomo Casti e Maurizio Pretta nel 2017 che racconta di Antonio Gramsci studente al liceo Dettori di Cagliari attingendo alle memorie di chi ebbe modo di conoscerlo e frequentarlo, alle storie e cronache cittadine.
Nato in casa
Visitando la Casa che dal 1947 ospita le commemorazioni gramsciane, si ha dunque accesso a una molteplicità di contenuti, resi fruibili attraverso due totem (un terzo totem è situato nella biblioteca comunale) collegati a un server che può essere aggiornato e ampliato anche con progetti futuri. “Il nostro lavoro è stato quello di creare degli strumenti che potessero essere poi sviluppati in modo autonomo anche rispetto alla chiave qui proposta”, spiega Rita Atzeri.
I totem danno la possibilità di accedere a una vasta emeroteca, sfogliare e consultare libri, giornali e riviste e, attualmente, ospitano i contributi della ricerca sulla nascita in Sardegna tra ‘800 e ‘900 frutto del lavoro decennale di Luisa Orrù e Fulvia Putzolu, che hanno raccolto – anche tramite gli studenti universitari – testimonianze di donne madri, levatrici empiriche e ostetriche condotte, e la raccolta di opere d’arte curata da Martina D’Asaro, sempre sullo stesso tema.
La sala proiezioni ospita un video sul rapporto tra Gramsci e le donne interpretato attraverso la danza. Peculiare la tecnologia a disposizione, che rende immagini molto simili al 3D.
La Casa Natale di Gramsci propone fino al 30 ottobre (ingresso su appuntamento) la mostra collettiva “What does indifference mean?“, ideata e curata da Margaret Sgarra, curatrice di arte contemporanea e storica dell’arte. Il progetto espositivo, tra i vincitori della Residenza artistica GramsciLab 5.0, vuole essere una riflessione sulle forme d’indifferenza presenti nella nostra società attraverso lo sguardo di 18 artiste e artisti provenienti da tutto il mondo: Laura Ansaloni, Anna Bassi, Chiara Borgaro, Chien Li, Monica Carrera, Roberta Di Laudo, Gabriella Gastaldi Ferragatta, Giun.go-Lab, Laura Guilda, Federica Gonnelli, Laura Guilda, La Chigi, Silvia Levenson, Daniela e Francesca Manca, Isabel Rodriguez Ramos, Sophia Ruffini, Natalia Saurin, Monica Serra, Elisa Trapuzzano.Gli spazi della casa natale sono inoltre adatti ad ospitare eventi di spettacolo come il monologo teatrale, andato in scena lo scorso primo ottobre per l’inaugurazione del progetto, “Combatto gli indifferenti” dell’autrice e interprete romana Ludovica Valeri. Esito della residenza artistica dello scorso anno, “Combatto gli indifferenti” rievoca e propone la storia di Antonio Gramsci a partire da una misteriosa figura femminile. Tra soliloqui, canzoni, immagini, luci ed ombre, il pubblico è stato invitato a scoprire chi fosse la donna che tanto di Gramsci conosceva e a lasciarsi andare alla fantasia, alla memoria, all’emozione fino a scoprire una storia che non era stata mai raccontata.