A piazza della Repubblica gli imprenditori del settore si ritrovano per manifestare contro la proposta del Governo di riassegnare le concessioni balneari tramite gara
“No alle aste” è il grido che si leva da piazza della Repubblica a Roma dove gli imprenditori balneari si sono ritrovati per protestare contro la proposta del Governo di riassegnare le concessioni balneari tramite gara. La data non è stata scelta a caso: oggi infatti non solo si riunisce la X commissione del Senato chiamata a esaminare il disegno di legge sulla concorrenza che contiene anche la proposta del Governo, ma a Palazzo Chigi si svolgerà anche il vertice di alcuni funzionari dell’Unione europea sul Pnrr.
“Oggi siamo in piazza per dimostrare al Governo che c’è la preoccupazione di 30mila imprese, di 300mila addetti e di famiglie ormai allo stremo – ha dichiarato Fabrizio Licordari, presidente Assobalneari Italia – che non sono più in grado di fare investimenti. Nessuno andrà a migliorare le proprie strutture, i servizi e la qualità perché non sappiamo quale sarà il nostro futuro”.
Sono in molti a sottolineare che “svendendo le nostre spiagge – sottolinea un imprenditore balneare giunto da Viareggio – si svende l’Italia alle multinazionali. Le spiagge sono i nostri confini e in un momento come questo non mi sembra il caso di svendere i confini nazionali”.
Altri ribadiscono il lavoro che in questi anni hanno portato avanti: “Noi non siamo dei servizi, siamo dei beni, quando i miei genitori presero quel tratto di spiaggia – racconta all’agenzia Dire un imprenditore abruzzese – non c’era altro che sabbia e ortiche, oggi lì sorge un’impresa che dà lavoro a 50 famiglie servendo 5.000 clienti”.
Un altro controsenso che la piazza vuole mettere in evidenza è la mancanza di reciprocità. “Noi non possiamo partecipare alle aste in Croazia, Portogallo e Spagna, ma se questa legge passasse loro potrebbero partecipare alle nostre”, spiega Licordari.
fonte agenzia dire.it