Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la figura di Stefano Rodotà, che proprio il 30 maggio avrebbe compiuto 88 anni.
Rodotà è conosciuto per le sue profonde doti giuridiche e per aver dedicato tutta la sua vita alla difesa diritti civili nella nostra società. Si occupò sin da giovane di molte tematiche inerenti alla difesa dei beni pubblici e del rispetto della persona. Da giovane incrociò importanti personaggi come Moravia e Pasolini partecipando attivamente alla famosa rivista “Il Mondo di Pannunzio”.
Elaborò e propose all’Internet Governance Forum nel 2010 un’integrazione al testo costituzione con l’articolo 21 – bis Cost.. L’articolo aveva come principio fondamentale la salvaguardia del diritto di accesso alla rete internet (“Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”).
In un’intervista del 2013 aveva esplicitato la necessità di costituzionalizzare i diritti digitali in modo da evitare la strumentalizzazione di quanti partecipano al web.
“L’idea di Costituzionalizzare i diritti digitali viene dalla consapevolezza che gli interessi del mercato non sono quelli della gente. Anche la “Ragion Pubblica” però sbaglia se si affida solo alla capacità autoimmune della rete, cioè alla capacità di chi la usa di difendere i propri diritti e autogovernarsi. È proprio il passaggio al web 2.0 e lo strapotere delle grandi aziende che ne evidenza i limiti. Se Internet diventa un elettrodomestico o un supermercato viene mortificata la dimensione civile e individuale di arricchimento culturale che la rete offre a tutti”. (Stefano Rodotà, Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”, la Repubblica, 25 ottobre 2013)
Molte le sue dichiarazioni che denotavano una grande sensibilità e analisi alle problematiche relative alla privacy. Fu il primo Garante della privacy e per tal motivo cercò sempre di impegnarsi su tale fronte cercando soluzioni non sempre comprese dalla classe politica.
“Non abbiamo “inventato la privacy”, come si è detto. Abbiamo reagito ad ogni forma di riduzionismo, ispirato da interessi settoriali o da miopia culturale. Abbiamo proiettato la protezione dei dati personali in una dimensione più ricca, senza arbìtri, ma interpretando correttamente una disciplina che vuole collocata tale protezione nel quadro dei diritti e delle libertà fondamentali, legata alla tutela della dignità.
Senza una forte tutela delle loro informazioni, le persone rischiano sempre di più d’essere discriminate per le loro opinioni, credenze religiose, condizioni di salute: la privacy si presenta così come un elemento fondamentale della società dell’eguaglianza. Senza una forte tutela dei dati riguardanti i loro rapporti con le istituzioni o l’appartenenza a partiti, sindacati, associazioni, movimenti, i cittadini
rischiano d’essere esclusi dai processi democratici: così la privacy diventa una condizione essenziale per essere inclusi nella società della partecipazione.” (Stefano Rodotà, Relazione presidente Garante privacy 2004)
Privacy significa consentire alle persone di proteggere sé stesse e avere la possibilità di esprimersi anche su questioni scottanti o che comporterebbero difficoltà se venissero dibattute senza una tutela adeguata. Nonostante grandi passi in avanti in materia (d.lgs n. 196/03; GDPR) si commettono ancora tanti errori; per esempio in molte scuole abbiamo riscontrato la circolazione di dati personali senza il consenso esplicito dei diretti interessati, spesso inconsapevoli della grave e anacronistica violazione subita. Tutto ciò comporta una falla in un sistema che anche Rodotà aveva concepito per ovviare invece a inconvenienti del genere.
Il CNDDU propone, soprattutto per i docenti che affrontino i moduli della privacy di ricordare il contributo apportato da Stefano Rodotà durante la sua carriera. #laprivacyditutti.
“Se i diritti fondamentali vengono cancellati dal denaro e la democrazia cede alla dittatura, presto nessuno sarà più libero.” (Stefano Rodotà, Il diritto di avere diritti, 2012)