La vasca-conchiglia in marmo bianco al centro della piccola sala affrescata a grottesche, agli angoli statue di epoca romana e sulle pareti i le immagini e i frutti delle quattro stagioni. E’ il Ninfeo di Diana, la sala da bagno-alcova pompeiana commissionata dal principe Filippo Andrea nel 1840 per farne dono alla moglie Mary Talbot, che apre le porte ai visitatori di Palazzo Doria Pamphilj, nel cuore di Roma. Il gioiello architettonico degli appartamenti privati Floridi dello splendido edificio si potrà ammirare gratuitamente dal 14 dicembre, insieme con la biblioteca, altro ambiente finora chiuso al pubblico.
Sarà l’occasione anche per ripercorrere momenti salienti delle antiche famiglie nobiliari descritti dalla mostra itinerante ‘Memorie/Tradimenti’, organizzata fino al 12 gennaio dalla Associazione Genius Loci Floridi Doria Pamphili, alla sua ultima tappa dopo aver toccato i castelli e i borghi tra le Alpi e gli Appennini liguri. Alle testimonianze dell’arte antica si aggiunge il segno contemporaneo dell’ artista senese Flavia Bigi, due grandi dadi in marmo bianco e nero che sotto il titolo ‘Traditur’ evocano il richiamo alla tradizione, alle possibilità offerte dalla sorte e ai tradimenti che hanno scandito i rapporti tra le casate. L’associazione Genius Loci, fondata da Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj e Don Massimiliano Floridi (ideatore e curatore della mostra), si propone di valorizzare sul piano storico, culturale e turistico i luoghi legati alla storia delle due famiglie che dalla Liguria alla Calabria ha toccato Roma, Napoli, Venezia e Genova e più di cento piccoli comuni italiani.
Palazzo Doria Pamphilj – galleria privata con opere straordinarie della pittura classica e capolavori di Caravaggio, Tiziano, Velasquez, Tintoretto, Raffaello, Guercino – è stato dimora di principi e principesse dal Seicento, quando Camillo Pamphilj volle ampliare la residenza con magnifiche sale, decorate e arredate di volta in volta secondo il gusto del principe padrone di casa.