Campi (Ucbm): Riabilitazione in chirurgia ortopedica e’ fondamentale
I problemi al ginocchio coinvolgono molte persone, con cause molteplici e tipiche per fascia d’eta’. Se tra i ragazzi possono essere i traumi da sport ad essere la fonte del problema, nell’eta’ piu’ avanzata e’ l’artrosi a dare fastidi alle articolazioni. In ogni caso dopo un approccio piu’ conservativo la strada e’ quella dell’operazione chirurgica ma oggi i tempi di recupero sono molto ridotti rispetto al passato grazie a interventi mini invasivi e a protesi monocompartimentali. In tutti casi la riabilitazione si conferma fondamentale. L’agenzia di stampa Dire ha affrontato il tema con il dottor Stefano Campi Chirurgo Ortopedico e Ricercatore dell’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma.
– Le patologie delle articolazioni non sono cosi’ infrequenti quali possono essere le cause del problema e i sintomi da non sottovalutare?
“Le patologie delle articolazioni sono diffuse. Nei giovani prevalgono le patologie traumatiche mentre negli anziani sono decisamente piu’ frequenti le patologie degenerative come l’artrosi. Quest’ultima in assoluto e’ la malattia piu’ frequente a carico dell’apparato muscolo scheletrico. Le cause possono essere molteplici sicuramente l’eta’ gioca un ruolo importante ma contribuiscono anche altri fattori come la forma delle gambe del paziente, traumi pregressi, eventuali interventi chirurgici cosi’ come la familiarita’ e altre patologie come quelle reumatologiche. In quest’ultimo caso si parla di artriti e non di artrosi. I sintomi principali sono il dolore che e’ il primo a comparire ed il primo ad andare via. Inoltre puo’ manifestarsi anche una limitazione dell’articolarita’ nei casi piu’ severi puo’ o peggiorare una deformita’ preesistente”.
– Gel piastrinico e terapie infiltrative in casi selezionati possono scongiurare l’intervento in sala operatoria. E’ cosi’ e che funzione assolvono?
“L’artrosi presenta diversi gradi di severita’ e questi trattamenti sono indicati quando non c’e’ un alto grado di severita’. Quindi stiamo parlando di casi in cui l’artrosi e’ in fase iniziale e quindi l’usura della cartilagine e’ limitata a porzioni piccole dell’articolazione. In questo caso il trattamento deve essere necessariamente conservativo quindi non chirurgico ed in questo ambito i trattamenti infiltrativi con l’acido ialuronico, il Prp, in alcuni casi il cortisone o trattamenti piu’ recenti con le cellule staminali mesenchimali sono le armi piu’ efficaci che abbiamo a disposizione. Il risultato di questi differenti trattamenti e’ quello di alleviare il dolore e nei casi migliori di risolvere il problema evitando l’intervento. Tali trattamenti spesso non curano alla radice il problema ma consentono al paziente di conviverci meglio. Quando l’artrosi invece diventa piu’ grave e i sintomi piu’ spiccati l’unico intervento risolutivo rimane la chirurgia ovvero la protesica”.
– A proposito di questo ci spiega cosa vuol dire mini invasivita’ e quali sono i vantaggi per il paziente?
“Il trattamento standard per una artrosi importante e’ la protesi totale del ginocchio. Questo vuol dire che il nostro impianto protesico, cioe’ le componenti metalliche e la plastica che noi usiamo come interfaccia rivestono completamente le superfici del ginocchio. Questo e’ un intervento molto efficace praticato da moltissimi anni e che negli ultimi tempi e’ migliorato molto anche in termini di sicurezza e di risultati. Ma c’e’ una fetta ampia di pazienti che possono godere di trattamenti chirurgici mini invasivi appunto che nell’ambito della protesica fanno riferimento a protesi monocompartimentali o parziali. Questo vuol dire che invece di rivestire tutta l’articolazione con il metallo si va a sostituire solo la parte dell’articolazione danneggiata. Il grado di invasivita’ e’ minore in questo caso e questo si riflette in rischi minori per la salute del paziente perche’ e’ una operazione piu’ sicura, con minor rischio d’infezioni e meno complicanze sistemiche come quelle circolatorie e cardiache. L’intervento restituisce risultati funzionali migliori e dona un recupero piu’ rapido e questo consente un ritorno tempestivo alle attivita’ quotidiane anche sportive rispetto alla protesi totale. Tutti questi vantaggi sono bilanciati da un tasso di revisione e da un rischio molto basso di dover ripetere l’intervento rispetto alle protesi totali con il passare degli anni. Queste percentuali si assottigliano quando gli interventi vengono effettuati in centri che hanno un’alta esperienza con questo intervento che non viene praticato da tutti i chirurghi ortopedici ma e’ piuttosto un intervento molto specialistico che necessita di competenze specifiche nonche’ una notevole esperienza in questo tipo di chirurgie”.
–Che ruolo svolge a riabilitazione nel pre e post operatorio?
“La riabilitazione come nella maggior parte degli interventi di tipo ortopedico svolge un ruolo fondamentale. Nel pre operatorio e’ molto importante iniziare a fare un recupero del tono muscolare perche’ gia’ l’artrosi stessa, il fatto che il paziente avverte dolore e usa meno il suo ginocchio comporta un impoverimento della muscolatura. E’ molto importante iniziare a ‘recuperare’ il ginocchio prima dell’intervento ed e’ essenziale familiarizzare con la fisioterapia eseguendo gia’ quegli esercizi che serviranno anche dopo l’intervento. Nel post operatorio, questo e’ ulteriore vantaggio delle protesi mono compartimentali e’ che il recupero e’ rapido. Rimane percio’ fondamentale il recupero muscolare e dello schema del passo. Spiego sempre ai miei pazienti che la muscolatura e’ il motore della protesi percio’ per quanto e’ stato possibile risolvere il problema a livello dell’articolazione se la muscolatura rimane ipotrofica, quindi debole, non si otterranno risultati al cento per cento perche’ in attivita’ impegnative si avvertirebbe il problema”.
fonte Agenzia Dire.it