“L’apertura del Governo alla previsione di meccanismi che incentivino la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro va nella direzione auspicata dall’UGL, tuttavia non siamo favorevoli al ricalcolo interamente contributivo. Quota 102, attualmente in vigore, scadrà a fine anno e, in assenza di una riforma previdenziale, a partire dal 2023 tornerebbe in vigore la Legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni. Come rilevano i dati dell’INPS, attualmente il sistema è sostenibile in quanto sono stati risparmiati 1,1 miliardi di euro di assegni previdenziali nel 2020 a causa dell’innalzamento della mortalità per effetto della pandemia. Il clima di incertezza continua ad alimentare i timori dei lavoratori riguardo il proprio futuro. Come sindacato UGL, pertanto, chiediamo al governo di accelerare la riforma pensionistica ed estendere il tavolo di confronto a tutte le parti sociali. Al contempo, ci opponiamo fortemente ad un graduale ritorno della Legge Fornero e riteniamo che la soluzione migliore resti Quota 41, che prevede 41 anni di contributi a prescindere dall’età lavorativa. E’ fondamentale, dunque, tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori, garantendo, al contempo, il turnover generazionale e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.” Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito al dibattito sulla riforma delle pensioni.
Pensioni. Paolo Capone, Leader UGL: “Bene flessibilità in uscita, ma no al ricalcolo contributivo. Soluzione resta Quota 41”
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