“Nei primi due trimestri recessione tecnica”
“I numeri del rapporto sono numeri che spaventano in maniera forre perché danno concretezza ad un allarme che cresce che Confindustria, inascoltata, aveva già lanciato. Lo scenario di oggi dice che la crescita del Pil scenderà nel 2022 sotto il 2%, all’1,9% e non più del 4% come tutti noi ci aspettavamo tenendo conto anche dell’effetto di trascinamento sul 2022 del forte rimbalzo registrato nel 2021: questo vuol dire che nei primi 2 trimestri del 2022 saremo in recessione tecnica”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della conferenza stampa sulle stime di crescita del Paese alla luce della guerra russo-ucraina.
Gli scenari sulla mancata crescita del Paese e non solo per il conflitto russo-ucraino “devono costituire un serissimo allarme generale per le istituzioni e la politica del nostro Paese”. Bonomi invita la politica a non mettere la testa sotto la sabbia: e a cedere alla tentazione di “credere che magari tra qualche settimana il conflitto in Ucraina finisca e tutto torni come nel 2019 pre-Covid: non è stato vero l’anno scorso, non è vero in questo 2022”. Per questo, dice ancora, “è venuto il momento di abbandonare queste azzardate illusioni e di adottare misure strutturali e adeguate, la prima verso l’industria e la manifattura italiana”.
ENERGIA – “Le misure sin qui adottate dal governo non sono sufficienti”. Così il presidente di Confindustria commenta il taglio temporaneo delle accise. “Serviva una risposta rapida e strutturale: un tetto al prezzo del gas. Non un calmiere stabilito discrezionalmente dalla politica perché non siamo dirigisti ma una misura basata sulla precisa ricognizione dei prezzi applicati ai contratti vigenti per gli importatori”, ribadisce. Ma il governo ha deciso altrimenti: “Decidere un taglio limitato a 30 giorni fa solo pensare che il Mef non intenda rinunciare strutturalmente a nulla di un prelievo così inaccettabilmente elevato”.
“Se per le famiglie è lecito sperare che tra poche settimane i riscaldamenti nelle case degli italiani si spegneranno, le imprese hanno la cattiva abitudine di produrre tutto l’anno”, ironizza. E la risposta agli “enormi sovraccosti attuali”, dice ancora, “non può essere la cartolarizzazione di 2 mesi di bollette, comunque da pagare al prezzo olandese invece che a quello reale d’importazione e distribuzione in Italia”.
PNRR – “I dati dimostrano che il Pnrr da solo, concepito in altri tempi, non è in grado di generare effetti di crescita tali da contrastare adeguatamente l’enorme colpo portato dagli avvenimenti in corso. Bisogna dunque rivederlo: da quando è stato concepito ad oggi i prezzi si sono rialzati di 15 volte, una cosa inimmaginabile” dice Bonomi. “Ci aspettavamo un decreto che rivedesse prezzi interni ai bandi ma è poi scomparso l’articolo che lo prevedeva”, denuncia il presidente di Confindustria.