In tempi di Brexit a Pitti Uomo non poteva mancare il British style, l’eleganza classica del tailoring da gentleman inglese che affianca però quella del ribelle brit boy. Come avviene da Paltò che sceglie uno stile vintage anni Settanta per i suoi cappotti di punta della linea Archive, a cui si affiancano la linea innovative Plus e Hybrid.
Oppure da Manuel Ritz dove fantasia e colore si rincorrono tra i classici tessuti di provenienza inglese, dal Principe di Galles al pied-de-poule. Nuance cammello, ocra, blue royal e biscuit ricordano i look di David Bowie, e Jarvis Cocker e si alternano alle nuance off white, fumo di Londra e nero dei vestiti più informali che potrebbero indossare Robbie Williams e Pete Doherty.
Capofila del British style classico è Carlo Pignatelli che debutta a Pitti con 25 capi ispirati allo stile dei brit boy che mixano capi rigorosi con fantasie brillanti, con un aplomb del gusto sartoriale nelle rifiniture ricercate, rieditati con abbinamenti insoliti, dallo smoking alla giacca da baronetto, con dettagli ed accessori in colori intensi. La palette è quella naturale della campagna inglese: blue, red berry (mirtillo, lampone, mora), green fir (aghi di pino), black coal (nero carbone), honey (miele) and chestnut (castagno). Non mancano gli smoking in lana ricamata paisley con redingote e dettagli in raso di seta, camice-gioiello. Meno classico lo smoking doppiopetto collo sciallato in crepe di lana nero e oro con bottoni silver, cravatta in micro fantasia lurex, camicia in twill di cotone con ruches sul collo. La collezione prende spunto da un club per gentiluomini, quindi i tessuti sono strutturati e materici, lucide e opachi, pieni e vuoti, con effetti 3D e in fantasie animalier, geometriche e floreali. Le materie prime sono lana, seta e lurex, sono lavorate con tecniche antiche come lo jacquard o innovative come il taglio al vivo e la spalmatura. I colori sono intensi e ad alto tasso di seduzione: nero ebano, rame, tabacco, rosso veneziano e silver.
Anche L.B.M.1911 propone un viaggio nelle due città-simbolo della GB, Londra e Liverpool. Prima tappa South Kensington, quartiere oggi frequentato da giovani architetti e designer, culla dell’ avanguardia e spunto della collezione London Active.
a base di capi tecnici e outerwear, declinati in una palette essenziale composta da blu, nero, grigio e verde salvia. La Brick Line è l’altra zona ispiratrice della collezione, un quartiere storico che ha conosciuto lunghi periodi di degrado ma che ha saputo rinascere come territorio di ricchezza multiculturale, con il suo brulicare di mercatini vintage, con il colore dei graffiti e dei neo, e la sua atmosfera speziata che racconta la comunità indiana che da sempre ha eletto questa zona come la sua casa. Il tema Brick Lane si dirama in due correnti riconducibili ad altrettante macchie di colore: da un lato i toni caldi del rosso, dall’altro i toni del verde. London Brick Lane gioca su sfumature muschio, beige e rosso, estetica retro, accenti British-eccentric nel mix cromatico audace. Il blazer jacquard in lana mélange ha un effetto maglia crochet, rever ampi e sapore rustico invece per la giacca in tela di lana tinta in capo. Il trench coat mostra un disegno check su base pied de poule, in pura lana mélange effetto shetland.
Da Gabriele Pasini il cappotto in tartan è in pieno British style. Ma il progetto di tinto in capo si evolve in una serie di proposte, giacche e cappotti in misto cashmere, tinti e sfumati a mano con una vernice spray, tecnica ripresa anche nell’evoluzione del quadro rosso e nero, riproposto combinando la tinta in capo a mano con un’esclusiva tecnica al laser che vaporizzando il colore direttamente sul tessuto, permette di ottenere allo stesso tempo la fantasia e la sfumatura sul capo. Per il marchio canadese Mackage, i direttori creativi Eran Elfassy ed Elisa Dahan, presentano una capsule intitolata Secret Society, un club misterioso dove la medaglia al valore si raggiunge con il capospalla adatto. (Firenze).
- Pubblicità -