“Il PNRR è un documento segreto ed in particolare sono segreti gli allegati dove leggere le specifiche dei progetti che verranno finanziati, questo è in fatto molto grave per una democrazia come quella italiana se pensiamo che le forze politiche che si trovano in Parlamento sono state esautorate nella costruzione di un piano fondamentale per il futuro dell’Italia. Il 13 aprile Draghi ha incontrato sul tema PNRR gli amministratori di Eni, Enel, Terna e SNAM ma non ha ritenuto dover ascoltare forze sociali, sindacali e politiche. Oggi quindi valutiamo una bozza che dal nostro punto di vista sta diventando un’occasione sprecata che mortifica la transizione ecologica considerate le scelte che sono state fatte”. Così in una nota il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli a proposito del PNRR, che precisa:
“Il Governo inserisce tra i progetti ‘verdi’ anche quelli che nulla hanno a che vedere con la transizione ecologica, ad esempio il recovery plan prevede di acquistare solo 53 treni regionali su 456 in circolazione di cui 256 sono a Diesel, il piano Conte ne prevedeva 80 in acquisto, su una flotta circolante di 42.800 autobus solo il 12,8% verrà sostituito per non parlare della riduzione dei percorsi ciclabili previsti che passano da 1000 a 570 Km. Non basta, gli investimenti sui 25 mila km di reti idriche, che disperdono il 41% di acqua potabile sono ridicoli ovvero pari a 900 milioni di euro, stesso discorso per i fondi sulla depurazione che sono solo 600 milioni di euro, nonostante la condanna della Corte di Giustizia Europea contro l’Italia per i ritardi nel trattamento delle acque reflue in alcune parti d’Italia.”
“Non c’è un piano per la tutela della biodiversità e l’energia rinnovabile prevista è pari a 4,2GW che serve per poco meno un anno rispetto ai target previsti dall’UE- conclude Bonelli- mentre l’idrogeno alimentato a gas è fortemente sostenuto con tutti i progetti Eni e Snam, come il deposito di stoccaggio della CO2 a Ravenna. Allo stato dell’arte il Piano del Governo è proprio una ‘finzione’ ecologica, altro che transizione. Per questo proporrò all’esecutivo nazionale dei Verdi di esprimere il suo ‘No’ al PNRR così concepito”.
Cosí in una nota Elena Grandi, co-portavoce dei Verdi, Luana Zanella, Fiorella Zabatta e Fulvia Gravame dell’esecutivo nazionale, che spiegano:
“Nello specifico la Missione 4 del PNRR riserva a tutta l’area dell’età prescolare 4, 6 Mld. La dotazione prevista per gli asili nido è ridicola, se si intende almeno avvicinarsi al piano Colao che prevedeva la copertura almeno del 60%, pari a 750.000 posti. Per il sostegno all’imprenditoria femminile (M5 C1) sono previsti 0,4 Mld, assolutamente insufficienti e che invece dovrebbero essere sei volte tanto.”
“E’ proprio l’approccio sbagliato – proseguono le ecologiste – frutto di una governance tutta maschile, invece ogni missione e ogni componente avrebbe dovuto indicare i fondi allocati per le politiche per le donne e una valutazione di impatto con un controllo ex ante ed una verifica ex post.”
“Queste ragioni si uniscono a quelle già evidenziate su un PNRR elaborato in gran segreto senza concertazione con partiti e forze sociali, con fondi predisposti per autobus a Metano e treni diesel, sull’idrogeno alimentato a gas anziché tramite le fonti rinnovabili che finirà per finanziare anche il deposito di stoccaggio della CO2 a Ravenna, uniti agli investimenti insufficienti per le reti idriche colabrodo hanno spinto l’esecutivo nazionale dei Verdi ad esprimersi in maniera negativa sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che domani il Parlamento dovrà obtorto collo approvare.” Concludono Grandi, Zanella, Zabatta e Gravame.