Rispondere alle sfide del cambiamento climatico a partire dal modo in cui le città sono progettate e costruite per spingere l’acceleratore su una rigenerazione urbana che possa declinarsi in decarbonizzazione, sostenibilità e resilienza. Sono questi i temi principali di C40 I Reinventing Cities, la competizione globale per il rinnovamento dei contesti urbani, che ha premiato l’intervento di CAM SpA e IT’S insieme a MAC srl, OGB Studio, SOCIP, Urban Regeneration, DoveVivo, Excellence, Arch. Lorenzo Busnengo, Andrea Jemolo, per la riqualificazione della Ex Filanda di Roma tramite l’introduzione di funzioni collettive e attività aperte al pubblico come co-working, spazi eventi, co-living e food.
“L’intervento di recupero dell’Ex Filanda s’innesta in un percorso di rigenerazione urbana della Capitale che è il marchio distintivo del nostro agire – spiega l’ing. Angelo Marinelli, amministratore unico di CAM SpA – nell’ottica della prospettiva di un contesto urbano che possa coniugare le esigenze ambientali e sociali con le necessità legate alle dinamiche urbane più urgenti, come gli spazi di condivisione e la fruizione del trasporto urbano”.
Elementi che trovano una loro ideale concretizzazione nell’intervento di riuso dell’Ex Filanda in viale Castrense, collocata in un contesto centrale, densamente popolato e prospiciente il complesso monumentale delle Mura Aureliane fra la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Proprio quest’area è al centro di un progetto di riqualificazione urbana a seguito della realizzazione delle nuove stazioni della Linea C della metropolitana “Pigneto” e “San Giovanni”, un collegamento centro-periferia che rientra nella rivitalizzazione e rifunzionalizzazione degli spazi urbani.
“Il nostro progetto – sottolineano gli architetti – intende amplificare le dinamiche urbane in atto, ponendo in priorità la ricucitura degli spazi pubblici presenti, la risistemazione funzionale della viabilità circostante e la pedonalizzazione di alcune parti dell’area, rendendo questa parte di città più accessibile a scala umana”.
Protagonista dell‘iniziativa anche DoveVivo, la piattaforma europea di gestione del mondo residenziale, che considera il progetto in linea con le potenzialità della capitale: “Siamo onorati di essere uno degli attori principali di questo progetto che vede la riqualificazione e la ristrutturazione dell’”Ex Filanda” – dichiara Valerio Fonseca, Ceo e Co-Founder di DoveVivo – Verrà restituita alla città di Roma nelle vesti di una nuova struttura pensata per offrire soluzioni flessibili in termini di durata con affitti sia di medio-lungo che di breve termine in modo da rivolgersi ai diversi target del nostro business. Crediamo molto nelle potenzialità della capitale in cui siamo presenti da anni con un’offerta che raggiunge le 600 unità e in cui cresceremo molto nei prossimi anni”.
Centralità anche alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche e agroalimentari garantite dalla presenza di Excellence, una realtà consolidata che opera nel settore da diversi anni. “Gli spazi dedicati – dichiara il team di Excellence – saranno rivolti alla sperimentazione, alla ricerca, alla formazione nella direzione di creare una vera cultura e coscienza di settore”.
Tra le azioni previste anche una migliore fruizione del Parco Carlo Felice tramite la riapertura del
passaggio di collegamento delle Mura Aureliane, grazie ad un’azione progettuale che favorisca un flusso pedonale in sicurezza, agevolato dalla realizzazione di una pavimentazione segnaletica e a bassa velocità di percorrenza.
“Per l’Ex Filanda – conclude l’ing. Marinelli –, nata come istituto di artigianato e poi destinata a scopi differenti, fino ai tre incendi che l’hanno gravemente danneggiata e che ne hanno determinato l’abbandono, è un atto di rinascita nell’ambito di un quartiere che ospita eccezionali luoghi di interesse storico-culturali e che sta vivendo anche rilevanti interventi di riorganizzazione della viabilità”.
Il progetto ha privilegiato una serie di aspetti destinati a fare dell’Ex Filanda un modello virtuoso da replicare: dalla bioeconomia urbana che prevede l’utilizzo del suolo come capacità di attivatore di cicli urbani innovativi, come le attività di agricoltura urbana destinata a produrre cibo dentro la città, alla gestione di spazi ibridi che consentano di mantenere, grazie a un intervento di recupero, le facciate delle preesistenza, come frammenti dell’identità storica, e un nuovo volume per far incontrare il tempo passato e l’attuale.