Si è svolto nei giorni scorsi alla Pisana un incontro tra Marino Fardelli, Difensore civico del Lazio, nonché presidente del coordinamento dei difensori civici italiani, e Walter Domingo Martello, Vice Difensore Civico Generale della Provincia di Buenos Aires. Presenti anche Rita Cutini e Marinella Perciballi, in rappresentanza dell’ufficio del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, ricoperto da Monica Sansoni, e Federico Giannone per il Co.re.com. (Comitato regionale per le comunicazioni) Lazio, la cui presidente è Maria Cristina Cafini, oltre al capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale, dott. Pollari. Tra i consiglieri, hanno presenziato all’incontro Edy Palazzi e Marietta Tidei.
Lo scopo dell’incontro era quello di procedere a uno scambio di esperienze tra le due istituzioni ed esso è stato pienamente raggiunto, con l’impegno a proseguire anche in futuro. Dapprima, le rappresentanti dell’ufficio del Garante dell’infanzia hanno riferito sulle funzioni da loro svolte: la dottoressa Cutini ha sottolineato come le problematiche relative all’infanzia siano state acuite dalla pandemia. Il problema della solitudine dei giovani è molto rilevante: centomila i giovani interessati, secondo una stima; inoltre è grave il problema della povertà materiale, ma anche educativa dei giovani, ha concluso Cutini. La dottoressa Perciballi ha riferito invece sulle attività della Garante inerenti la gioventù: scuola soprattutto, ma anche la vita al di fuori delle istituzioni scolastiche sono i campi di attività principali della Garante Sansoni.
Le leggi istitutive, sia del Garante che del Difensore civico, sono vecchie, ha detto Fardelli, e in più il Lazio non ha ancora il garante del diritto alla salute, carica che è svolta al momento dallo stesso Difensore civico. Anzi, ci sono un paio di regioni italiane che non hanno ancora lo stesso difensore civico. La consigliera Edy Palazzi ha avuto parole di apprezzamento per il lavoro del Difensore civico. “Ma bisogna lavorare tutti insieme per proteggere i diritti dei cittadini, specie dei più giovani”, ha detto.
Il dottor Martello ha poi preso la parola dicendo che le problematiche in Argentina sono acuite dalla povertà, perché circa il 50 per cento dei giovani è stimato vivere al di sotto della soglia. Il Difensore del popolo argentino non viene eletto da ben 14 anni, a causa del mancato accordo tra Camera e Senato argentini, che devono essere d’accordo sulla nomina. Un mancato accordo che è a sua volta provocato dalla situazione argentina di forte frammentazione politica, ha aggiunto Martello. Solo nove province su 24 esistenti in Argentina hanno il difensore del popolo eletto, al momento.
Esisteva altresì la figura del Difensore del pubblico, che ha funzioni principalmente nel campo della comunicazione, ma è stata soppressa, poi c’è il Difensore dei bambini, che però è istituito solo a livello nazionale. Poi esiste anche una figura che difende i diritti dei turisti. Anche queste funzioni sono però esercitate dal Difensore civico. Purtroppo, la figura del Difensore civico è vista dalla pubblica amministrazione argentina quasi come quella di un nemico, nonostante ci sia un divieto di affiliazione politica come condizione per ricoprire la carica, ha detto ancora Martello. Il Difensore argentino ha poi descritto i tratti principali in cui si articola la sua attività, di cui ha voluto lasciare traccia al collega Fardelli attraverso documenti da lui donati, specie sul tema della lotta contro l’alcoolismo, che è una vera piaga sociale in Argentina, ha concluso Martello.
“Ben venga una figura di garanzia come quella del difensore civico, che combatte prima di tutto la disaffezione dei cittadini verso la politica”, questa la principale linea dell’intervento di Marietta Tidei nell’incontro.
Federico Giannone del Corecom è intervenuto a proposito del tema del cyberbullismo, per riferire dell’iniziativa dell’istituzione di un patentino digitale, che serve a istruire i ragazzi su un utilizzo consapevole del web. L’ospite argentino ha detto a questo proposito che purtroppo il suo paese manca di una normativa ad hoc in questa materia.
L’incontro è stato chiuso da uno scambio di doni e dall’impegno preso da Fardelli, anche a nome delle strutture presenti e del Consiglio regionale nel suo complesso, di proseguire in questo scambio di esperienze utile a entrambe le istituzioni.