Rifiuti, lavoratori in sciopero: “Rinnovateci il contratto, mai fermati durante la pandemia”

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Sciopero nazionale dei lavoratori del comparto di igiene ambientale, si temono disservizi nella raccolta dei rifiuti. I sindacati: “Sono più di due anni che attendiamo il nuovo contratto collettivo nazionale, dalle imprese solo proposte irricevibili”

I lavoratori e le lavoratrici del comparto di igiene ambientale scioperano oggi in tutta Italia, dopo il fallimento di 28 mesi di trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore. Solo a Roma hanno incrociato le braccia molti dei circa 7mila lavoratori di Ama e delle società appaltatrici e si temono forti disservizi nella raccolta dei rifiuti urbani. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fiadel hanno organizzato un presidio unitario a piazza Santi Apostoli.

 

Una delegazione è stata ricevuta per circa un’ora dalla Prefettura per presentare le richieste sindacali e ribadire le ragioni dello sciopero che, promettono, sarà solo il primo passo di un percorso di mobilitazione ampio e unitario. “Sono più di due anni che a questi lavoratori non viene rinnovato il contratto collettivo nazionale – dichiara Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Cgil Funzione pubblica Roma e Lazio – sono lavoratori che garantiscono un servizio pubblico indispensabile per la tenuta della nostra società, e che in questi mesi di pandemia non si sono mai fermati. Come ringraziamento le associazioni datoriali ci hanno fatto delle proposte irricevibili: meno diritti, meno soldi, meno partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali”.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti della Capitale, inoltre, i sindacati temono l’ingresso dei privati nel settore. “A Roma si parla della fusione tra Ama, la partecipata dell’ambiente e Acea, la ex municipalizzata di acqua ed elettricità che ha fatto scuola in tema di privatizzazioni – scrivono nel comunicato che lancia il presidio – l’esempio a cui si guarda è quello di Hera, la multiutility dell’Emilia Romagna che si occupa di acqua gas raccolta e smaltimento rifiuti in mano ai privati per il 40%”.

 

“Noi riteniamo che un settore come quello del ciclo dei rifiuti deve essere pubblico – continua Cenciarelli – perché l’esperienza ci insegna che in Italia quando si apre al privato, spesso si insinua il cattivo privato che cerca solo il malaffare”. La delegazione ha fatto sapere alla Prefettura che, se il contratto non verrà rinnovato per tutti i lavoratori e le lavoratrici del comparto, gli scioperi non si fermeranno. “Siamo pessimisti verso le controparti, che non hanno dato nessun segnale di apertura in questi mesi – conclude Cenciarelli – Non si può tagliare il costo del servizio di igiene ambientale riducendo gli stipendi e i diritti dei lavoratori”.

fonte agenzia dire www.dire.it