Niente piu’ raccolta porta a porta dei rifiuti prodotti da negozi e uffici di Roma affidata a ditte esterne. Quella che due anni fa sembrava una colonna del piano di Ama e Roma Capitale per fare decollare la differenziata nella Capitale viene meno.
La municipalizzata dei rifiuti ha deciso di reinternalizzare il servizio per “la conseguente minore disponibilita’ di risorse per garantire la copertura economica del servizio” in ragione “della paventata ipotesi di una consistente riduzione della tariffa rifiuti”, si legge in una
lettera dell’amministratore unico, Stefano Zaghis, che l’agenzia Dire ha potuto visionare.
La conseguenza di questa scelta, in combinato disposto con la
decisione del Rti capeggiato da Roma Multiservizi (e’ composto
anche da Sea e Isam) di uscire da 4 dei 5 lotti dell’appalto und
che si era aggiudicato due anni fa, sta producendo i primi
licenziamenti.
Da meta’ maggio 260 persone non avranno piu’ un lavoro, come
ha denunciato all’agenzia Dire il segretario della Cgil di Roma e
Lazio, Natale Di Cola: “Si sta verificando il triste epilogo di una gara sbagliata, che in questi anni ha visto difficolta’ sia dei cittadini che dei lavoratori, e in piu’ una cosa assurda: e’ notizia di oggi che stanno arrivando le prime lettere di licenziamento dei lavoratori delle aziende in appalto legate a Roma Multiservizi.
Nel momento in cui in Italia c’e’ una legge che vieta la possibilita’ per le societa’ di licenziare, in un’azienda pubblica del Comune di Roma (perche’ Roma Multiservizi e’ partecipata da Ama che a sua volta e’ al 100% di Roma Capitale) nelle prossime settimane avverranno 260 licenziamenti. Le lettere stanno arrivando alla spicciolata”.
Il sindacalista ha evidenziato che “parliamo di lavoratori che da circa 10 anni svolgono un servizio prezioso per la citta’ e’ in questi anni hanno vissuto il tormento di tanti cambi di appalti, diminuzioni dei diritti e del salario. E’ incomprensibile che il Comune permetta a una sua societa’ di licenziare dei lavoratori e di cambiare delle scelte
strategiche per il funzionamento dell’azienda. Ama ha deciso di
reinternalizzare un’attivita’ la cui esternalizzazione solo due
anni fa era stata definita strategica e di farlo senza avere il personale”.
Giovedi’ “siamo stati convocati dal prefetto, al quale abbiamo chiesto un intervento decisivo perche’ c’e’ lo stato di agitazione unitario dei lavoratori, e in quella sede chiederemo sia di sospendere i licenziamenti, anche perche’ stiamo verificando con i nostri avvocati se la procedura che sta seguendo l’azienda e’ legale rispetto alle norme nazionale, sia di applicare la legge regionale, utilizzata gia’ per Lazio Ambiente, che permette la mobilita’ del personale dentro le societa’ partecipate – ha proseguito Di Cola – Se Ama ha deciso di
reinternalizzare l’attivita’, reinternalizzi anche il personale che svolge quel servizio. Ne avranno un vantaggio i lavoratori e Ama perche’ si tratta di persone che hanno esperienza e competenza del settore”.
Se non si trovera’ una soluzione i sindacati sono pronti a scendere in piazza, nonostante il Coronavirus: “Non lasceremo soli questi lavoratori e se non ci saranno risposte valuteremo come riconoscere il loro diritto alla protesta, immaginando forme di sciopero e mobilitazione anche in deroga alle norme previste – ha sottolineato Di Cola – Questo scempio da parte di Multiservizi e Ama va fermato. Il lavoro viene prima di tutto e se le norme nazionali prevedono il blocco dei licenziamenti, non e’ ammissibile che rimaniamo inerti quando ci sono scelte sbagliate come questa”.
Questi licenziamenti sarebbe stati resi possibili dal fatto che “l’azienda ha fatto partire le lettere qualche giorno prima della data indicata dalla norma. Per noi la sospensione vale per tutte le procedure, l’azienda dice di no ma il tema resta politico: se c’e’ una norma che vieta il licenziamento e’ inammissibile che soggetti pubblici facciano un intervento di questo tipo in un settore cosi’ cruciale, dove ci sono persone che hanno anche percorsi di reinserimento lavorativo”.
La scelta di Ama di reinternalizzare il servizio di raccolta porta a porta delle und prefigura scenari di licenziamenti ancora piu’ consistenti: “L’appalto complessivo delle utenze non domestiche riguarda 4 soggetti affidatari per circa 1000 lavoratori – ha proseguito Di Cola – Se Ama scegliesse di reinternalizzare tutte queste attivita’, nei prossimi mesi avremmo uno scenario di licenziamenti di massa. La soluzione c’e’, il contratto e norme lo prevedono, se si decide di reinternalizzare l’attivita’, cosa da noi richiesta mentre nel passato ci dicevano che la soluzione era esternalizzare, si reinternalizzino anche i lavoratori”. Per Di Cola “e’ doveroso che Ama dica qual e’ la sua strategia: se si vuole puntare su una nuova stagione di internalizzazioni e cambiamento dell’organizzazione del lavoro lo si dica chiaramente con un piano industriale ai cittadini e ai sindacati. Non si puo’ perdere tempo, serve un’azione forte del Comune per trasformare una tensione sociale in una nuova prospettiva per restituire certezze ai lavoratori”.