Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, dopo aver preso visione del Patto per l’istruzione e la formazione proposto dal ministro prof. Patrizio Bianchi, reputa necessario puntualizzare quanto segue:
1) si apprezza moltissimo il proposito manifestato dal Ministero dell’Istruzione di voler risolvere alcuni punti critici e sclerotizzati del sistema istruzione come la mobilità per il personale scolastico, la riduzione del rapporto studenti / classe, la retribuzione, la sicurezza degli ambienti scolastici, il reclutamento, la formazione e la continuità didattica. Codesti temi sono stati ampiamente dibattuti, sottolineati, con gli approfondimenti del caso e possibili strategie operative, da parte del CNDDU in diverse occasioni.
Risolvere simili punti programmatici o ridimensionarne gli aspetti più deteriori significherebbe non solo avviare un circolo virtuoso tale da produrre un sensibile svecchiamento e rafforzamento delle sinergie didattiche, ma anche un profondo cambiamento sociale in termini di maggiore competitività dei nostri professionisti e coesione tra le generazioni;
2) in merito alla mobilità interprovinciale, riteniamo urgente, considerati gli enormi sacrifici economici e familiari a carico dei docenti fuori sede assunti con la legge 107/2015, sbloccare alcune classi di concorso, come la A46 – discipline giuridiche ed economiche; la A45 – discipline economico aziendale e scuola primaria. Il CNDDU ha ormai da sei anni studiato i movimenti interprovinciali della classe di concorso A46, costruendo anche una banca dati di riferimento, da cui emerge la scarsità inammissibile di posti a disposizione per i docenti interessati. Ridurre gli alunni per classe potrebbe sicuramente favorire i processi di rientro e reclutamento; quest’ultimo dovrebbe essere sempre effettuato in subordine alla mobilità, come prevede la normativa vigente circa l’assunzione di nuovo personale presso la PA;
3) tra le priorità del Piano per l’istruzione e la formazione occorrebbe inserire il diritto (A46) in tutte le scuole superiori rispettando il valore della disciplina che apporta un contributo elevatissimo alla formazione del futuro cittadino;
4) in tale prospettiva, sarebbe necessario ripensare anche all’insegnamento dell’Educazione civica, che, inserita tra le discipline di studio come materia a sé stante, è stata erroneamente affidata al consiglio di classe in maniera trasversale, rendendone necessariamente l’insegnamento episodico e poco incisivo. L’inserimento di una figura della classe A-46 da utilizzare nelle scuole secondarie di primo grado per l’Educazione civica consentirebbe la risoluzione di innumerevoli problemi organizzativi e di allocazione delle risorse, incidendo in maniera positiva sul rientro dei docenti fuori sede.
5) riteniamo fondamentale inserire nel piano una maggiore attenzione anche alla materia alternativa “Diritti Umani”, disciplina naturalmente afferente alla classe A-46. In considerazione della sempre più crescente presenza di alunni di religione non cattolica, sarebbe auspicabile un intervento anche al fine di ridurre le responsabilità derivanti dalla difficile applicazione da una regolamentazione ormai vetusta risalente alla seconda metà degli anni ’80.
6) È determinante monitorare l’utilizzo della legge 104/92 nella mobilità, verificando l’adeguata presenza dei requisiti necessari. Attualmente la priorità è attribuita solo nei movimenti provinciali mentre manca, ingiustamente, nei movimenti interprovinciali, come hanno riconosciuto le molte sentenze emesse in materia;
7) Ci aspettiamo un adeguamento ai parametri europei e un serio incremento dell’importo disponibile nella Carta dei docenti ed una ridefinizione delle voci di spesa;
8) Proponiamo di rivalutare anche le opportunità di garantire al personale docente una mobilità intercompartimentale e di valorizzare le opportunità di trasferimento da e per gli Istituti Tecnici Superiori valorizzando dal punto di vista organico tali realtà formative;
9) Infine, proponiamo di riutilizzare e ristrutturare il vasto patrimonio immobiliare dismesso, come le caserme militari, adibendolo a campus di didattica sperimentale e innovativa.
Il CNDDU chiede di poter incontrare il ministro Patrizio Bianchi per contribuire attraverso le proprie ipotesi progettuali alla ridefinizione delle questioni evidenziate.