«I lavori proseguono alacremente. Piazza di Siena sarà divisa in quattro settori, a ciascuno dei quali saranno riservati due ingressi di Villa Umberto I, uno per i pedoni e uno per le automobili». Dalle cronache dell’ottobre 1933, i preparativi per uno dei più grandi eventi sportivi dell’epoca: il mondiale dei pesi massimi tra Primo Carnera e il basco Paulino Uzcudum, organizzato nell’ovale di Villa Borghese. Poche righe, ma altamente rivelatrici: dicono che negli anni Trenta nel parco si entrava anche in auto e che l’intera Villa Borghese era stata ribattezzata con il nome del re Savoia ucciso nel 1900 dall’anarchico Gaetano Bresci. E soprattutto ricordano la “duttilità” di Piazza di Siena, conosciuta nel mondo per il concorso ippico, ma spazio polisportivo fin dalla fine dell’Ottocento.
Una storia che ha ripreso forza e attualità in questi anni, nei quali la gestione Coni-Sport e Salute-Fise si è posta come obiettivo non solo il successo del concorso ippico, ma anche il suo habitat. Il primo passo è stato, nel 2018, il ripristino del manto erboso, curato – come l’intera area circostante – e a disposizione dei romani e dei visitatori del parco per tutto l’anno. Di lì una serie di migliorie, che hanno coinvolto le antiche tribune e il Galoppatoio, quest’ultimo strappato all’evidente degrado. Poi quest’anno, il progetto vissuto alla luce delle limitazioni anti-Covid. Limitazioni che diventano opportunità per un progetto che ha richiamato decisamente alle atmosfere delle prime edizioni del concorso, negli anni ’20.
La Piazza di Siena odierna somiglia quindi a quella di un secolo fa, quando ospitava regolarmente gare podistiche, saggi ginnici, arrivi di corse ciclistiche, nonché i primi tornei calcistici romani. Nel 1906 ad esempio, vi si tennero le eliminatorie per la partecipazione ai Giochi Olimpici di Atene e, sempre in quell’anno, il 2 aprile, Dorando Pietri – leggendario atleta passato alla storia per il drammatico epilogo della maratona alle Olimpiadi del 1908 a Londra quando tagliò per primo il traguardo, ma fu squalificato per essere stato sorretto dai giudici di gara negli ultimi metri della gara – vinse la Maratona di Roma. Nel 1909 attorno all’ovale si snodarono i campionati podistici italiani. Nel 1920, gli atleti reduci dalle Olimpiadi di Anversa, guidati dal mitologico schermidore Nedo Nadi, sfilarono sulla pista allestita nell’ovale davanti a migliaia di persone.
Nell’arco degli anni Trenta, il concorso ippico assunse via via maggior rilievo, fino ad oscurare ogni altra attività, ma ancora nel 1964, nell’epoca d’oro dei D’Inzeo, il prato di Piazza di Siena ospitò l’arrivo trionfale di Abdon Pamich, fresco oro olimpico a Tokyo e primo nel Giro di Roma di marcia. Il manto erboso di Piazza di Siena nel periodo del lockdown si è trasformato in palestra a cielo aperto per numerosi istituti scolastici e anfiteatro del fitness per chiunque volesse fare attività fisica: dallo yoga, al pilates, alla prepugilistica, al crossfit, fino al classico jogging. Per non parlare dell’irresistibile attrattiva per i giochi dei bimbi. Anche questo, un ritorno al passato, come si vede da vecchi filmati Luce: c’è stato un tempo in cui sulla pista ricavata da Piazza di Siena si organizzavano i ‘Gp dei bambini’, frequentatissime e accanite gare su macchine a pedali. Chi vinceva, si sentiva Ascari e Nuvolari, leggende nella leggenda di Piazza di Siena.