Non hanno piu’ i soldi per fare la spesa, per pagare le bollette, per sopravvivere, per questo si appellano al Prefetto di Roma Matteo Piantedosi, affinche’ possa intervenire per risolvere la loro situazione. Sono i circa 300 lavoratori, dipendenti della societa’ ‘Tundo’ che si occupa del trasporto dei disabili per il Comune, 5mila persone servite ogni giorno.
“Siamo allo stremo- dicono – senza stipendio da mesi, nonostante con il nostro lavoro permettiamo ai disabili che vivono a Roma di potersi spostare per andare a scuola, al lavoro o andare a seguire specifiche e delicate terapie”.
Lunedi’ scenderanno in piazza per chiedere che il contenzioso tra il Campidoglio e la societa’ che svolge il servizio in committenza torni a pagare loro gli stipendi. “Stiamo vivendo insieme a questi lavoratori e alle lavoratrici una situazione drammatica, – spiega Alessandro Farina, sindacalista della Filt Cgil – A noi serve un impegno concreto, per esempio, quello della Prefettura, sensibile a questi temi. Questi lavoratori – sottolinea il sindacalista – effettuano per Roma Capitale il servizio di trasporto disabili: sia quello individuale a chiamata che quello collettivo scolastico. Purtroppo la situazione e’ arrivata ad un punto di non ritorno, nel senso che sui servizi a chiamata siamo fermi agli stipendi di giugno, sul servizio scolastico, dopo una prima fase di cassa integrazione, gli autisti sono rientrati in servizio e sistematicamente il primo stipendio e’ saltato, e anche quello di ottobre facciamo fatica a pensare che possa essere regolarmente erogato”.
Il motivo? La Tundo ha ceduto ad un’altra societa’ parte dei crediti e quest’ultima vuole i soldi dal Dipartimento educativo per i servizi svolti nel trasporto scolastico. Ma il Dipartimento avrebbe gia’ pagato il suo credito alla Tundo (circa un milione di euro) e non intenderebbe pagarlo nuovamente. In mezzo ci sono i lavoratori senza stipendio da mesi.
“All’interno di questo contenzioso – aggiunge Farina – l’auspicio e’ che si trovi un accordo tra le parti per far si’ che la societa’ possa vedersi pagate le fatturazioni e quindi di conseguenza pagare regolarmente i lavoratori. Stiamo parlando di circa 300 persone e famiglie, quindi e’ facile capire la valenza dell’impegno preso”.
I lavoratori sono gia’ scesi in piazza in passato, consapevoli – con rammarico – di creare un disagio enorme a chi gia’ vive il dramma della disabilita’. Ma i lavoratori, senza stipendio da mesi, sono allo stremo: c’e’ chi non riesce a pagare la bollette, chi ha dovuto vendere l’auto, chi non sa dove prendere il denaro per fare la spesa. Nonostante tutto il lavoro va avanti.
“Nessuno puo’ pensare che questo servizio cosi’ delicato – spiega ancora Farina – possa continuare ad essere erogato solo grazie al senso di responsabilita’ che i lavoratori stanno dimostrando giorno dopo giorno. Lunedi’ 23 ci sara’ uno sciopero di 24 ore, chiaramente con le fasce di garanzia. Manifesteremo sotto al Dipartimento Mobilita’, la volta scorsa abbiamo manifestato in piazza del Campidoglio. Noi ci auguriamo veramente che si trovi una soluzione perche’ non ce la sentiamo piu’ di creare difficolta’ a chi gia’ e’ stato meno fortunato nella vita, pero’ e’ chiaro che questi sono gli strumenti che abbiamo a disposizione”.
AUTISTI TRASPORTO DISABILI: SENZA STIPENDI, PAURA PER GESTI DISPERATI
“Questa situazione drammatica e’ da film dell’orrore, qualcuno di noi potrebbe compiere anche un gesto estremo”. Michela e Fabio sono due autisti addetti al trasporto disabili a Roma. Fuori dal deposito dei pulmini gialli in via delle Cincie a Torre Maura, i due autisti raccontano la loro situazione, drammatica come quella di altre decine di autisti addetti al delicato servizio di trasporto scolastico o a chiamata, che per molti portatori di handicap significa raggiungere anche luoghi di cura e terapia.
Michela non prende lo stipendio da luglio, Fabio l’ultima retribuzione l’ha presa a febbraio scorso, poi dopo un periodo di cassa integrazione, con la ripartenza della scuola e’ tornato in servizio ma sul suo conto corrente ancora non e’ arrivato alcun bonifico. Le storie dei due autisti sono identiche a quelle di altri 300 lavoratori dell’azienda che si occupa del trasporto dei disabili per il Comune di Roma.
“Io ho due bambini – racconta Fabio -, il piu’ grande fa le superiori e per seguire la didattica a distanza ha bisogno della connessione Adsl. Non ho i soldi per pagare la bolletta e soprattutto non abbiamo neanche piu’ i soldi per fare la spesa. Roma Capitale si gira dall’altra parte, la societa’ Tundo e’ sparita e noi qui ci troviamo senza un euro in tasca, non abbiamo i soldi neanche per andare a comprare un pezzo di pane”.
Michela commossa si sfoga: “Devo ringraziare la mia famiglia, i miei suoceri che collaborano con noi nel fare la spesa, nel pagare l’affitto e come me, tutti i miei colleghi che sono in questa situazione. La dignita’ non ce l’abbiamo piu’, ce l’hanno tolta”.
“Siamo allo stremo – continua Fabio- non ce la facciamo piu’ e la paura piu’ grande e’ che siamo arrivati talmente al limite che c’e’ il rischio che anche qualche persona possa compiere un gesto disperato“.
Tesi che conferma anche Michela: “Nessuno capisce. Io ho parlato con alcuni colleghi, amici. Spero che qualcuno al piu’ presto ci dica quando arriveranno i nostri stipendi“.
In tutta questa disperazione, la beffa: “A noi dispiace scendere in piazza lunedi’ e astenerci dal servizio. Molti delle famiglie dei disabili che andiamo a prendere, le conosco da anni. C’e’ un rapporto, affetto, ma non sappiamo piu’ come fare per essere ascoltati”, conclude Fabio.
fonte agenzia Dire.it
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