ROMEO ROMA – ZONA MUSEALE ARCHEOLOGICA UNA CELEBRAZIONE ALL’INSEGNA DELLA CUCINA DI ALAIN DUCASSE E DELLA PERFORMANCE MUSICALE DI NUART

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Romeo Roma ha celebrato la propria apertura con una serata esclusiva, tenutasi venerdì
14 febbraio, a cui hanno partecipato numerosi ospiti di rilievo fra personalità istituzionali,
imprenditori, esponenti del mondo del cinema e dell’arte. A far da sottofondo all’evento è
stato il legame fra design, arte e archeologia, gastronomia e benessere, che
rappresentano i pilastri su cui il gruppo italiano di alta hotellerie ha definito la propria
visione dell’ospitalità. In particolare, la destinazione romana rivela la propria straordinarietà
nella magistrale opera di restauro architettonico firmata dal premio Pritzker Zaha Hadid,
che ha saputo far dialogare il suo segno futuristico con l’esistente.
L’intervento ha fatto emergere anche importanti reperti archeologici, fra cui un’edicola dei
primi del 600, che sono visibili attraverso il fondale in cristallo della piscina situata nel
silenzioso cortile della struttura e hanno permesso alla struttura di ricevere dalla
Soprintendenza il riconoscimento di zona archeologica museale. Questo luogo di relax,
che accoglie anche un bar, regala agli ospiti uno straordinario tuffo nella storia capitolina:
la ricchezza dei ritrovamenti, che comprendono anche vasellame e un sarcofago
precedente all’anno Mille, è dovuta al fatto che in epoca Romana l’area di via di Ripetta
era al servizio del porto sul Tevere.
La serata è stata accompagnata dalla performance musicale di NuArt e dalle preparazioni
dello chef pluristellato Alain Ducasse che il Romeo Collection ha riportato in Italia,
affidandogli la cucina dell’hotel. Il ristorante offre un’esperienza di alta cucina, aperto
anche al pubblico con una saletta privè.
I piatti preparati prendono forma nell’incontro fra le raffinate tecniche dell’alta cucina
francese, la tradizione locale e un’attenta selezione delle materie prime per dar vita a
un’esperienza culinaria sensoriale e immersiva, che è resa tale anche dalle molte opere
d’arte provenienti dalla collezione privata della proprietà dell’hotel e dalla scenografica
architettonica a onda che definisce il soffitto.