“EMERGENZA NON E’ FINITA, TELERIABILITAZIONE E’ LA RISPOSTA POST ACUTO”
Roma – I contagi e le morti sono drasticamente ridotti e la convivenza con il virus e’ ormai data per scontata. Gli specialisti ripartono con gli ambulatori e le attivita’ ma supportate dalla teleassistenza per evitare al massimo, laddove possibile, gli spostamenti. Cosa fare per scongiurare i danni all’apparato muscoloschetrico che e’ stato inattivo in tutti i mesi del lockdown? A dare le risposte all’agenzia di stampa Dire e’ Vincenzo Sessa, direttore dell’Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Fatebenefratelli- Isola Tiberina di Roma.
– Come cambia la visita dall’ortopedico ai tempi del Covid-19?
“Siamo stati obbligati a questo cambiamento. Il paziente deve
indossare la mascherina e venire in ospedale possibilmente non
accompagnato. Inoltre sottoponiamo il soggetto alla compilazione
di una scheda per accertarsi che non abbia sintomatologia da
Covid-19. Ma oltre a questo stiamo attivando dei percorsi di
telemedicina che non sostituisce la visita diretta del paziente
ma puo’ integrare la visita o comunque ridurre la necessita’ di
recarsi piu’ volte in ospedale. Proprio per questo ci stiamo
organizzando per fare una prima visita telefonica, meglio se
video, per accertarci delle condizioni del paziente e magari
prescrivere degli accertamenti prima della visita in modo tale
che arrivato una volta arrivati in ospedale il medico abbia gli
elementi per fare direttamente una diagnosi”.
– La telemedicina sara’ un modo routinario anche nel prossimo
futuro di visitare per evitare assembramenti e liste d’attesa?
“Certamente allo stato attuale si. L’ospedale e’ ancora molto
demonizzato e visto con timore da parte del paziente ma tutto
questo deve cambiare. Dobbiamo riprendere il trattamento dei
nostri pazienti per soddisfare i loro bisogni di cura. Tutto cio’ si scontra con le disponibilita’ attuali di tempi ed i spazi quindi la visita che prima durava 20 minuti oggi si diluisce anche in 40 minuti. Quindi per fare lo stesso numero di visite ci vuole un potenziamento del numero dei medici o turni o piuttosto perseguire la strada piu’ praticabile dei teleconsulti”.
– Molte persone sono ferme a casa da mesi. Quali possono essere i
rischi per l’apparato muscolescheletrico dei giovani ma
soprattutto degli anziani quelli che non si sono spostati mai da
casa?
“Noi a tutti i nostri pazienti abbiamo raccomandato di mantenere
un certo livello di attivita’ fisica. Anche se per molti di loro era impossibile uscire abbiamo consigliato almeno di muoversi in
casa. Non camminare purtroppo e’ una delle cause principali di
osteoporosi e al conseguente maggior rischio di fratture. La
prevenzione dell’osteopoprosi non essendo purtroppo affidata alla
deambulazione deve essere affidata ad altre forme. Per cui fare
ginnastica a casa o prendere un po’ di sole per la formazione
della vitamina D che e’ essenziale. Basta anche esporsi al
balcone o finestra di casa per 20 minuti al giorno possibilmente
a braccia nude. Tutte queste sono strategie importanti da mettere
in campo. E poi la dieta e’ altrettanto importante e deve essere
ricca di calcio e vitamina D. L’insieme di queste strategie
preserva le articolazioni”.
– In questo momento in cui le attivita’ sono ridotte che possono
fare i pazienti post evento acuto, post-intervento in mancanza
ancora della ripresa delle sessioni di riabilitazione?
“La riabilitazione non puo’ mancare. È cambiata pero’ la
somministrazione nel senso che sono tutti aspetti che si stavano
mettendo in atto prima del Covid ma che con questa pandemia sono
stati accellerati. La teleriabilitazione consiste nel fatto che
il paziente operato, perche’ chiaramente in questo periodo i
pazienti fratturati non sono mancati oppure tutti quelli operati
subito prima della pandemia, e’ stato supportato dall’aiuto di un
fisiotrerapista attraverso il teleconsulto. Questo consente di
illustrare gli esercizi da eseguire e controllare la modalita’
dell’esecuzione. E’ importante che il paziente non si senta
abbandonato. La possibilita’ di fare video e seguirli anche con
tablet aiuta molto il soggetto. Se questo iter procede bene si
puo’ evitare anche la prestazione del fisioterapista a domicilio
o recarsi in istituto. Direi che i risultati sono stati ottimi.
Queste nuove modalita’ devono essere approfondite e soprattutto
diffuse all’interno delle strutture pubbliche per essere assimilate e sfruttate al massimo. Anche perche’ il Covid non finisce adesso ci sara’ ancora una fase molto lunga e ogni giorno ci sara’ sempre una richiesta di medicina ortopedica e riabilitazione. Ecco che l’assistenza telematica e domiciliare possono evitare spostamenti e assembramenti all’interno dell’ospedale”.