Samonà (Parco Colosseo): “Ripensare musei e parchi come imprese culturali impreziosite dalla finalità pubblica”

- Pubblicità -

“È importante pensare ai parchi archeologici e ai musei statali come vere e proprie imprese culturali, ulteriormente impreziosite dalla finalità pubblica che ne è il motore e che fa la differenza. La cultura è creatività e ingegno e dunque, è dinamica e in movimento”.

Lo ha detto Alberto Samonà, componente del consiglio di amministrazione del Parco Archeologico del Colosseo, intervenendo alla BMTA, Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (Sa), alla tavola rotonda sul tema dei “Parchi e musei autonomi statali e fondazioni: modelli di gestione e patrimonio a confronto”.

“L’autonomia può essere un valore aggiunto – ha affermato Samonà – guardando, ad esempio, all’esperienza di alcune realtà, come quella del Parco archeologico del Colosseo, che in questi anni, sotto la guida della Direttrice Alfonsina Russo, ha messo in atto un sistema virtuoso di gestione che ha dato frutti molto importanti, sotto gli occhi di tutti, nell’ambito della fruizione, della valorizzazione, della tutela, della conservazione e restauro, della ricerca, della didattica e dell’innovazione. Questo vuol dire fare ed essere impresa culturale statale, mantenendo, perciò, chiaro il riferimento agli scopi, alla natura e alla vocazione pubblica”.

Samonà ha, inoltre, sottolineato il proprio favore rispetto alla politica del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di ampliare la platea dei musei autonomi statali, ricordando, a questo proposito, la pionieristica legge del 2000 (la cosiddetta Legge Granata) che ben 23 anni fa istituì per prima in Sicilia il sistema dell’autonomia dei parchi archeologici e che resta come un punto di riferimento a cui guardare ancora oggi.

“Italia e Cultura – ha concluso – sono un binomio inscindibile di quel “pensare italiano” che può costituire il segno distintivo e determinante dell’azione culturale della nostra Nazione, oltre che il biglietto da visita migliore da offrire al mondo. Per farlo, occorre mettere a confronto gli addetti ai lavori con i decisori istituzionali e politici, al fine di sviluppare una strategia di sistema che abbia a riferimento un’azione di medio e lungo periodo con al centro la piena valorizzazione del nostro patrimonio culturale, materiale e immateriale: in poche parole, programmare nel solco di una chiara visione culturale”.