“Portare la conoscenza dell’Unione Europea tra i banchi di scuola. Insegnare agli studenti di ogni ordine e grado le istituzioni Ue. Questo il forte monito che il nostro gruppo spontaneo di cittadini intende rivolgere alla Pubblica Amministrazione, allo Stato Italiano, in tutte le sue ramificazioni istituzionali e territoriali, poiché ad oggi la percezione che le giovani generazioni hanno di Bruxelles è ancora troppo sfocata, lontana, insufficiente.
Un contesto preoccupante sia nel breve periodo, visto che le elezioni europee sono ormai all’orizzonte, sia nel lungo periodo poiché i ragazzi di oggi saranno i cittadini e, perché no, anche gli amministratori d’Europa del domani. Per questo motivo, a giudizio di Sa Cosa, tra le priorità della agenda politica-governativa ci deve essere l’obiettivo di tutelare in modo strutturato e uniforme la dimensione europea dell’educazione civica nelle scuole italiane.
Magari inserendo il diritto europeo come materia da approfondire già alle elementari, e garantendo l’elaborazione dei moduli didattici per gli insegnanti delle scuole primarie, secondarie e secondarie superiori. Lo studio delle questioni europee sin dalla giovane età infatti avvicinerebbe culturalmente e concettualmente gli alunni ai principi, ai valori e alle procedure della Ue, visto e considerato che ormai da tempo l’appartenenza all’Unione Europea riguarda gran parte dei diritti e dei doveri del cittadino stesso”. Così, in una nota, Rocco Tiso, referente nazionale di “Sa Cosa”, Comitato spontaneo di cittadini – amici per la verità.