L’Accademia Filarmonica Romana ricorda a trent’anni dalla scomparsa una delle figure determinanti della sua storia,
in un evento che raccoglie compositori, interpreti, coreografi e danzatori.
Con Ars Ludi, Vincenzo Bolognese, Antonio Bossone, Alessandro Carbonare, Andrea Lucchesini, Sara Mingardo,
Carlo Massari, Ettore Pagano, Massimo Spada.
Introduce Sandro Cappelletto con la partecipazione di Marcello Panni
Sarà una serata speciale quella di lunedì 18 novembre al Teatro Olimpico (ore 20.30) per l’Accademia Filarmonica Romana. L’istituzione romana, in collaborazione con il Teatro capitolino, omaggia a trent’anni dalla scomparsa Adriana Panni, ovvero una delle figure più carismatiche, determinate e illuminate che ha animato la sua storia, garantendone un posto di primissimo piano nelle grandi società concertistiche.
Fra le protagoniste dell’organizzazione musicale italiana, Adriana Panni veniva a mancare il 5 novembre 1994 a 89 anni, dopo aver ricoperto per oltre vent’anni la carica di presidente della Filarmonica, dov’era entrata nel 1945 come consigliera, occupando poi dal ’55 la vicepresidenza e dal 1973, appunto, la presidenza. Il concerto, introdotto da Sandro Cappelletto con la partecipazione di Marcello Panni, la ricorda con le musiche di compositori che hanno attraversato la storia della Filarmonica al suo fianco: Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Luciano Berio, e i compositori di oggi, che sono stati anche direttori artistici della Filarmonica – Paolo Arcà, Matteo D’Amico e Giorgio Battistelli. Ad eseguire le loro musiche, tanti gli interpreti di primissimo piano che hanno aderito con entusiasmo e generosità alla serata, dai musicisti che l’hanno conosciuta ai talenti della nuova generazione. Ritroviamo l’ensemble di percussioni Ars Ludi (Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri, Rodolfo Rossi), il contralto Sara Mingardo, i pianisti Massimo Spada e Andrea Lucchesini (quest’ultimo anche direttore artistico della Filarmonica dal 2018 al 2021), il clarinettista Alessandro Carbonare, il violinista Vincenzo Bolognese, il violista Antonio Bossone, Ettore Pagano al violoncello e il coreografo e danzatore Carlo Massari.
Il programma si apre e chiude nel segno di Stravinskij, compositore legato, grazie soprattutto ad Adriana, da un personale rapporto, saldo e affettuoso, con la Filarmonica. Si ascolteranno i Tre pezzi per clarinetto solo del 1919 e la Suite Italienne, tratta dal Pulcinella, il balletto con canto, al quale come costumista e scenografo collaborò Pablo Picasso, qui proposta nella coreografia di Carlo Massari, anche danzatore.
Altra passione della sig.ra Panni era il Lied, repertorio che unisce musica, parola e canto, di cui i Zwei Gesänge per contralto, viola e pianoforte op. 91 di Johannes Brahms sono un fulgido esempio: vi ritroviamo un sentimento di intima e sognante tenerezza, cifra non secondaria della poetica del musicista tedesco.
Tre compositori romani, tutti già direttori artistici della Filarmonica, propongono altrettanti loro lavori per strumenti diversi. Emergono le differenti personalità di Paolo Arcà (le dieci Bagatelle per pianoforte del 1993), di Matteo D’Amico (Couplet per violoncello del 1984), di Giorgio Battistelli con Psychopompos (1998) dedicato alla famiglia delle percussioni.
In programma anche il Duetto per violino e viola di Petrassi, dedicato nel 1985 ad Adriana Panni, con cui lavorò a fianco nel suo mandato triennale alla direzione artistica della Filarmonica dal 1947 al ’50, e i Six Encores (1965-1990) per pianoforte di Luciano Berio, direttore artistico della Filarmonica tra 1976 e 1978.
RICORDI E TESTIMONIANZE
“La coerenza e la qualità altissima delle stagioni del secondo dopoguerra dell’Accademia Filarmonica Romana, non sarebbero state possibili senza l’entusiasmo disinteressato dei dirigenti, e in particolare di Adriana Panni, che, entrata nel consiglio direttivo nel 1945, è divenuta vicepresidente nel 1955 e poi presidente nel 1973, fino alla sua scomparsa nel 1994; grazie ad Adriana Panni l’Accademia ha instaurato la collaborazione con Stravinskij e con molti altri artisti, ma ha anche acquisito i regolari finanziamenti pubblici, la concessione da parte del Comune di Roma della Casina Vagnuzzi in via Flaminia per la sede amministrativa” così la ricorda Arrigo Quattrocchi, autore del volume Storia dell’Accademia Filarmonica Romana del 1991 (ora riedito in un’arricchita pubblicazione uscita nel 2021, in occasione del bicentenario). Quattrocchi ricorda anche l’impegno di Adriana nel trasferimento della stagione dal Teatro Eliseo al più ampio Teatro Olimpico per la sede concertistica, l’acquisto di quest’ultimo nel 1980, reso possibile dal coinvolgimento azionario di abbonati, concertisti, uomini di cultura.
«Chi può sottrarsi ad Adriana Panni? Se ti è amica, lo è con una costanza indomabile. Adriana è indomita: con una mente così fervida di idee, con un tale impeto creativo che noi musicisti saremmo fortunati se ci fossero molti operatori culturali come lei». Così la ricordava in un libro-intervista del 1991 Goffredo Petrassi. Nella sopracitata Storia dell’Accademia Filarmonica Romana, Bruno Cagli, che della Filarmonica fu direttore artistico dal 1978 al 1981, scriveva: «… che il merito di questa gestione oculata e attenta, completamente disinteressata sul piano privato quanto attenta su quello pubblico, spetti ad Adriana Panni non vi è dubbio, ma i quaranta e passa anni della sua attività meritano un bilancio artistico che è sorprendentemente in attivo per la lungimiranza di certe scelte, per la valenza di certi indirizzi, invano ripresi e imitati altrove».
Chiamato alla direzione artistica della Filarmonica nel 1991, dove rimase fino al 1994, così la ricorda Paolo Arcà: “Fare sempre le cose con amore era il motto di Adriana, che dopo decenni di mestiere continuava a essere animata da una straordinaria passione. Con fiuto ed esperienza infallibili sapeva prevedere i risultati della scelta di un programma o di un interprete e le reazioni del pubblico. Lavorare con passione e puntare sempre all’eccellenza artistica è l’insegnamento più importante che mi ha trasmesso e che ho cercato di seguire in tutta la mia ormai quarantennale carriera di direttore artistico”.