“Ancora tragedie sul posto di lavoro, ancora vite spezzate, e, come consuetudine si aspettano i morti per ricordarsi dei vivi. Le cronache mediatiche, infatti, anche in questi giorni raccontano di scie di sangue nei cantieri e nei luoghi di professione, riaccendendo il dibattito politico su un tema, quello su lavoro e sicurezza, complesso, delicato e ancora irrisolto.
Certamente fa bene il Ministro del Lavoro a puntare sull’inasprimento delle sanzioni e ad intensificare i controlli anche sulle scatole cinesi degli appalti e sub compreso il lavoro in nero. Ma diciamocelo chiaro: post mortem tutto fa brodo ed è sempre facile parlare. A questo, poi, si aggiungono i noti “Sindacatoni”, mentre i mini, sono pregiudizialmente e illogicamente considerati per questo esecutivo pura “Zavorra”. A tutto questo, si aggiunga la volontà di introdurre il reato di “Omicidio sul Lavoro” anche se il ministro della giustizia è contrario. Ma quelli di Palazzo Chigi sembrano decisi e al funerale sono invitati Datori di Lavoro e i lavoratori sopravvissuti.
Nel frattempo, a parlare chiaro sono i numeri, una realtà quella non smentibile. Queste le criticità: accessi ispettivi in edilizia, il livello di irregolarità registrato sarebbe pari al 76,48%, con un tasso di irregolarità media che supererebbe l’85,2% nel caso di aziende impegnate in lavori collegati al superbonus 110%. Va da sé che non basteranno solo i buoni propositi per risolvere la questione della sicurezza sul lavoro. Verrebbe da dire: si salvi chi può!”. Così, in una nota stampa, Rocco Tiso, referente nazionale di ‘Sa Cosa’, Comitato spontaneo di cittadini – amici per la verità.