“Doveva essere una priorità e invece la revoca dell’interesse pubblico per la realizzazione dello ‘Stadio’ a Tor di Valle è finita nel dimenticatoio. Cosa si nasconde dietro? Perché la Conferenza dei Capigruppo non mette la questione in votazione all’ordine dei lavori dell’assemblea capitolina, visto che ormai è stato abbondantemente superato il tempo a disposizione delle Commissioni per esprimere eventuali pareri o emendamenti (art.51 del Reg. Cons. Comunale)? Cosa aspettano le forze politiche presenti in Consiglio?”
Queste le domande che si pongono Nando Bonessio e Guglielmo Calcerano, co-portavoce di Europa Verde del Lazio e di Roma.
“Raggi, – proseguono, – ha dovuto procedere ad approvare in Giunta la Proposta di Deliberazione per revocare l’interesse pubblico sull’operazione Tor di Valle, ma solo perché era venuto meno l’interesse privato. E questa è stata la dimostrazione che noi di Europa Verde-Verdi abbiamo sempre avuto ragione a criticare questo intervento, che non avrebbe portato alcun beneficio alla cittadinanza, ma solo alle tasche dei costruttori. Con la revoca, la Sindaca ha compiuto un ‘atto dovuto’ e ora vogliamo invece vedere se la proposta della Giunta di avviare una procedura di ‘risarcimento danni’ nei confronti dei soggetti che, al limite del ‘millantato credito’, hanno portato l’amministrazione comunale a sostenere ingenti spese per le procedure istruttorie e di verifica, andrà veramente avanti”.
“Noi – incalzano i due ambientalisti, – non siamo mai stati contrari alla realizzazione di un nuovo stadio: eravamo contrari alla sua collocazione in un’area palesemente inidonea in quanto a collegamenti, a rischio idrogeologico e, peraltro, di pregiato valore ambientale. Un’area per la quale, inoltre, non era prevista neppure la riconversione della Roma-Lido da ‘trenino’ a ‘metropolitana’ urbana veloce, ma solo il restyling della stazione di Tor di Valle. Ora, se i club calcistici di Roma vogliono uno stadio di proprietà, si guardi innanzitutto alle aree adatte secondo il Piano Regolatore o al recupero di aree già compromesse da edificazioni dismesse.
“La Capitale, – sottolineano Bonessio e Calcerano, – non ha bisogno di altro consumo di suolo o di varianti pilotate di un PRG, frutto di una politica urbanistica contrattata. Roma ha bisogno di interventi che rispondano alle reali esigenze della città e prevedano la realizzazione di infrastrutture di trasporto che recuperino il ‘diritto alla mobilità’ tra gli abitati e le aree degradate. Per quanto ci riguarda, – concludono i due esponenti ambientalisti, – chiediamo ufficialmente al Presidente del Consiglio Comunale, Marcello De Vito, di porre il problema nella Conferenza dei Capogruppo dimostrando palesemente che nessuno nasconde interessi contrari. Questa consiliatura sta volgendo al termine e l’annullamento della pubblica utilità è questione non rinviabile”.