Luca Stevanato, presidente di ASC Sport, a margine della conferenza di chiusura del progetto Pop-Up Sport Zone, è intervenuto ai nostri microfoni:
Pop-Up Sport Zone, progetto multi-forme, qual è l’obiettivo principale di tutto questo?
“L’obiettivo principale è che il progetto PopUp Sport Zone non si chiuda oggi. Si parla tanto di sedentarietà, abbiamo delle statistiche drammatiche per quel che riguarda la capacità dei nostri cittadini che sono veramente distanti da una pratica sportiva continuativa. Progetti come questo hanno l’ambizione di creare dei percorsi che continuino nel tempo. Dotare le città di strutture che possano consentire un allenamento guidato anche tramite la nostra applicazione, fare in modo che si possano sfruttare gli spazi – che sono tanti in un nazione bella come l’Italia – per poter fare attività all’aperto con il meteo che ci viene concesso da questa nostra particolare conformazione geografica – è sicuramente un’occasione per tutti per fare sport, attività sportiva e farla in continuità. Questo progetto ha avuto anche degli aspetti che non si vedono, che non sono tangibili. Mi riferisco soprattutto al rapporto con le Amministrazioni, abbiamo avuto l’opportunità – come ente di promozione – di farci conoscere da Comuni, Assessori e Municipi delle grandi città. Oggi ci chiamano e ci chiedono nuove iniziative: c’è molto entusiasmo. Poi c’è un mondo ancor meno tangibile come ad esempio tutti quei Comitati di Quartiere che ci hanno accolto, si sono messi a disposizione, si sono dichiarati Vigilanti di queste strutture sul territorio. Abbiamo notizie di tante associazioni che utilizzeranno le nostre strutture per fare sport e per farlo tutti insieme, questo è il massimo cui possiamo ambire come promozione sportiva”.
Il vostro progetto ha visto 10 città coinvolte, ce ne saranno altre in futuro?
“Spero proprio di sì, perchè è stata un’esperienza che ci ha insegnato tanto dal punto di vista della difficoltà di mettere a terra dei pensieri, delle idee, che siano propositive. Perchè poi c’è la burocrazia, la messa in sicurezza dei parchi e delle strutture, anche ripulirli perchè a volte abbiamo trovato delle situazioni di degrado da risolvere. E’ ovvio che ora abbiamo un know-how importante, sappiamo come interfacciarci con gli Enti territoriali, con le strutture pubbliche, con gli Assessori, i Responsabili e quant’altro. Di conseguenza sappiamo già dove sta il problema e come affrontarlo prima. Sicuramente questa è stata una prima esperienza che ci lascia molto anche in termini di capacità e che sicuramente sarà un incentivo per riproporci rispetto alle altre città che non abbiamo ancora toccato”.