Tirrito (Cogi): “Ostia, la malavita cambia codici: niente fuochi d’artificio, solo ‘botti’”

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“Accade per lo più il martedì (ma non solo), e sempre alle 21. Le serate di Ostia si riempiono di rumori tipici dei fuochi d’artificio… ma nel cielo neanche una luce. Solo ‘botti’. E’ la malavita locale che continua nel suo tam-tam, con il suo particolarissimo codice Morse, a dare indicazioni. Ma la strategia sta cambiando…”

A parlare è Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi (Comitato dei collaboratori di Giustizia), che già tempo fa ha sollevato il problema delle comunicazioni mafiose attraverso l’utilizzo di fuochi d’artificio.

“Botti che sono stati esplosi per tutta la pandemia, con il coprifuoco, in assenza di qualunque evento, festa o appuntamento. Fuochi che non avevano significato, se non collegati ad un codice di comunicazione. E quando la strategia da Ostia si è spostata all’interno della Capitale la cosa è diventata più chiara anche agli investigatori.

L’ultimo episodio lo abbiamo registrato dalle parti di via Casana, sempre di sera. Ma stavolta non ci sono più le scie luminose, bensì solo i rumori tipici. Probabilmente il fatto che questo codice sia stato inquadrato dalle forze dell’ordine, e che se ne parli sui giornali, ha dato fastidio e costretto a cambiare modalità.

Di certo – spiega Tirrito – evitando l’utilizzo delle luci, diventa più complesso individuare il punto di partenza; così come accorciando i tempi si impedisce la facile localizzazione. Cambiano i codici, dunque, riscritti negli ambienti della malavita, ma non la funzione: trasmettere informazioni, che siano l’arrivo di un carico illegale, il passaggio di un boss, la liberazione o l’arresto di un membro del clan. E su questo – conclude – bisogna continuare a indagare. Roma, e Ostia con tutto il X Municipio in primis, non possono restare nelle mani delle mafie, che già troppi danni hanno fatto nel corso degli ultimi tempi”.