CON UN MACCHINARIO ALL’AVANGUARDIA
LA PERSONALIZZAZIONE DELLA TERAPIA È UNA REALTÀ.
E SENZA LISTE D’ATTESA
«Possiamo trattare i tumori con maggiore efficacia, maggiore precisione e minori effetti collaterali rispetto alle radioterapie tradizionali. Ma non solo: possiamo per alcuni tipi di tumore, come quello alla prostata e alla laringe, evitare al paziente l’intervento chirurgico» dice Antonio Maria Costa responsabile della Radioterapia dell’INI
«Investire nella migliore tecnologia possibile significa investire nella salute
dei pazienti. È imperativo etico al quale non ci si può sottrarre»
dice Cristopher Faroni, Direttore Generale dell’INI.
Circa la metà dei pazienti oncologici ha bisogno della radioterapia
ma in Italia il 40% dei macchinari è obsoleto.
Eppure la radioterapia interessa oltre il 50% dei pazienti
ed è destinata ad essere sempre più presente nelle terapie oncologiche
Radioterapia, grazie all’ultima frontiera della tecnologia il futuro, adesso, è davvero presente. E fa la differenza per chi si trova in prima linea a combattere contro il cancro. La radioterapia innovativa, infatti, è considerata la chirurgia oncologica del futuro perché, in alcuni casi, addirittura sostituisce il bisturi. Ma perché tutto questo sia possibile servono macchinari all’avanguardia e un’alta competenza professionale. Ingredienti che non mancano al Centro d’eccellenza di Radioterapia dell’Istituto Neurotraumatologico Italiano (INI) di Grottaferrata che da qualche mese si è dotato di un macchinario di ultima generazione. Un valore aggiunto importante per una struttura in regime di convezione con il SSN che può vantare l’assenza di liste d’attesa. «Abbiamo fatto uno sforzo organizzativo importante per ottenere questi risultati e per poter garantire ai pazienti un Centro d’eccellenza dove trovare non solo un’altissima competenza professionale ma anche una tecnologia all’avanguardia. Il tutto in regime di convenzione e con le liste d’attesa azzerate. Anche in tempo di pandemia. Ma da sempre crediamo che investire nella migliore tecnologia possibile e nel miglior modello organizzativo possibile significhi investire nella salute dei pazienti. E se questo è sempre fondamentale nel caso dell’oncologia è un imperativo etico al quale non ci si può sottrarre» dice Cristopher Faroni, Direttore Generale dell’INI.
«Con la radioterapia – spiega Antonio Maria Costa Responsabile dell’unità operativa complessa di radioterapia e ipertermia oncologica all’INI – si ‘bombardano’ le cellule tumorali con radiazioni ad elevata energia chiamate radiazioni ionizzanti. Fino ad oggi un limite era rappresentano dal fatto che colpendo le cellule malate si rischiava inevitabilmente anche di colpire quelle sane che gli stavano vicine. Grazie alle nuove tecnologie, come quella in dotazione all’INI di
Grottaferrata, questo problema è stato evitato e quindi la radioterapia ha potuto compiere degli enormi passi in avanti in termini di efficacia. Infatti, questo nuovo apparecchio – si chiama Versa HD – ci permette di essere talmente tanto precisi nel colpire le cellule bersaglio tumorali da rendere trascurabili le radiazioni che raggiungono gli organi e i tessuti circostanti la neoplasia e, quindi, possiamo usare un dosaggio di radiazioni decisamente più alto. E poiché a maggiore dose corrisponde maggiore efficacia è facile capire il valore di questa tecnologia. Ma non solo, abbiamo anche un minor quantitativo di effetti collaterali rispetto alle radioterapie tradizionali. E quindi, per il paziente, il vantaggio è indubbio. Ma non è che una delle strade che possiamo percorrere dato che, proprio grazie a questa tecnologia, per alcuni tipi di tumore possiamo anche evitare al paziente la sala operatoria».
«La radioterapia negli ultimi anni ha fatto dei progressi enormi- aggiunge Costa- È considerata la ‘chirurgia del futuro’ per alcuni tipi di tumore perché possiamo intervenire nel giro di poche sedute, anche in una singola seduta e risolvere anche situazioni avanzate spesso inoperabili. Inoltre, per alcuni tumori come quello alla prostata (che è il più frequente tumore nell’uomo) o quello alle corde vocali, la radioterapia ad intensità modulata (IMRT e V-MAT) è la terapia di prima scelta che ha sostituito il bisturi perché efficace al pari della chirurgia, ma soprattutto conservativa. Riusciamo ad intervenire sulla massa tumorale con estrema precisione evitando al paziente tutto quello che comporta un intervento chirurgico, dal ricovero all’anestesia, alla degenza post operatoria, ecc. E poi c’è la IGRT radioterapia guidata dalle immagini, che rappresenta l’ultima frontiera tecnologica, dove è possibile adattare il trattamento durante lo stesso ciclo di radioterapia. Durante la seduta di radioterapia grazie alle immagini tridimensionali ad alta definizione che arrivano dallo stesso macchinario, il radioterapista può individuare ancora meglio il bersaglio da raggiungere e quindi adattare la posizione del paziente. Sappiamo quanto sia importante durante le sedute di terapia – di ogni tipo- che il paziente sia correttamente posizionato ed immobile. Immaginiamo che sia come dover fare centro sparando a distanza, è fondamentale che il bersaglio sia immobile. Per questo la radioterapia dell’INI è dotata di un lettino 6D che si muove adattandosi anche ai più piccoli movimenti del paziente, anche a quelli impossibili da evitare perché legati alla respirazione. Tutto questo per garantire la maggiore precisione ed efficacia possibile. Davvero possiamo dire che il futuro all’INI di Grottaferrata è già arrivato. Per noi è il presente ed è al servizio dei pazienti».
Poter accedere alla radioterapia innovativa non è una cosa scontata per tutti i malati di tumore. Un’indagine condotta dall’Istituto I-Com ha messo in evidenza che circa il 40% delle macchine in dotazione dei centri italiani sia da sostituire e questo è uno dei fattori non trascurabili nella definizione dei criteri di innovazione.
«La radioterapia dell’INI è stata accreditata con il SSN – conclude Costa – e questo significa che è accessibile a tutti i pazienti. Aver portato questa innovazione tecnologica, in regime di convenzione, è ancora più importante se si pensa che il nostro Centro è l’unico nel territorio ASL Roma 6 e supplisce alla stessa mancanza anche nella ASL Roma 5. Ma sappiamo che di questo tipo di macchinari non ce ne sono molti né nel Lazio né nelle regioni limitrofe. Basti pensare che su 100 pazienti l’80% è esterno all’INI e viene da tutto il territorio laziale, e non solo. A questo vogliamo aggiungere che siamo riusciti a mettere a punto un modello organizzativo che ci consente di non avere liste d’attesa. È un modello che richiede un grande sforzo professionale – ed economico – ma del quale andiamo davvero fieri. Perché il cancro non aspetta. E non ferma la sua corsa nemmeno davanti alla pandemia. È per questo che in questi mesi ci siamo adoperati, con successo, affinché nessun paziente fosse costretto a saltare la terapia».
Il Gruppo INI da oltre 70 anni è punto di riferimento per la sanità privata ed accreditata SSN. Il Gruppo è articolato in 10 strutture ed è presente nel Lazio ed in Abruzzo con 1.200 posti letto e quasi 2000 collaboratori. Le divisioni sono abilitate al ricovero per acuzie, dall’oncologia, all’ortopedia, alla riabilitazione, alle RSA, offrendo un’assistenza a 360 gradi al paziente. Il Gruppo INI è stato il primo nel Lazio a utilizzare il litotritore per la calcolosi renale, il secondo in Italia a utilizzare la risonanza magnetica nucleare, primo ad utilizzare il ROBOT in ortopedia ed è tra i più importanti centri di oncologia del Lazio