Ucraina, corridoi umanitari a Mariupol. Onu: “Oltre 1,5 milioni di profughi hanno lasciato il paese”

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Il premier israeliano Naftali Bennett prova la mediazione: “Possibilità non grandi, ma provarci è un dovere morale”

Anche oggi salta la tregua per permettere ai civili di evacuare Mariupol, la città ucraina affacciata sul Mar Nero da giorni cinta d’assedio dalle truppe russe. Dopo il tentativo fallito di ieri, una nuova tregua era entrata in vigore questa mattina per permettere, dalle 11 ora italiana, l’evacuazione dei civili.

Poche ore dopo l’inizio del cessate il fuoco, però, il ministero della Difesa di Kiev ha annunciato la sospensione delle operazioni di evacuazione a causa di un nuovo bombardamento russo vicino al corridoio umanitario.

ISRAELE MEDIA: DOVERE MORALE MA POSSIBILITÀ NON GRANDI

Israele continuerà a cercare di favorire “un dialogo” sulla crisi tra Russia e Ucraina perché trovare una soluzione è “un dovere morale” anche se le possibilità di successo “non sono grandi”: lo ha riferito oggi il primo ministro Naftali Bennett, citato in una nota diffusa dal suo ufficio.

Nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri, si riferisce nel comunicato, rilanciato in parte dall’edizione online del quotidiano Haaretz, il capo di governo ha anche discusso dell’aumento dei profughi in conseguenza del conflitto. “E’ una grande sfida per Israele” ha detto in relazione alla possibilità di accogliere profughi nel Paese sulla base di un piano che potrebbe essere presentato in settimana. “E’ una sfida – ha aggiunto Bennett – che non abbiamo mai affrontato prima”.

Secondo un portavoce del governo israeliano, oggi il primo ministro ha parlato per la terza volta in due giorni con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ieri Bennett aveva effettuato una visita a Mosca, incontrando il capo di Stato russo Vladimir Putin. Nel comunicato diffuso oggi, rispetto al tentativo di mediazione, si riferisce dell’impegno a “contribuire al dialogo tra tutte le parti, con il sostegno e l’incoraggiamento di tutti gli attori”. Nel testo si cita ancora Bennett: “Anche se le possibilità non sono grandi, se c’è anche solo un piccolo spiraglio e abbiamo accesso a tutte le parti, credo che sia nostro dovere morale esperire ogni tentativo”.

ONU: OLTRE 1,5 MILIONI PROFUGHI HANNO LASCIATO PAESE

Sono oltre un milione e mezzo le persone che sono state spinte o costrette a lasciare l’Ucraina a seguito dell’offensiva militare della Russia cominciata il 24 febbraio: lo ha riferito oggi l’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. Stando ai dati, su un piano umanitario la crisi si sta aggravando a un ritmo che non ha precedenti dai tempi della Seconda guerra mondiale.

ZELENSKY: SIAMO SUPERPOTENZA DELLO SPIRITO

Il presidente Volodymyr Zelensky, intanto, è tornato a parlare agli ucraini, elogiando le molte forme di resistenza che le persone hanno scelto per opporsi all’invasione russa e ha definito il suo paese “una superpotenza dello spirito”. Il Paese, ha detto in un video, si è espresso al “massimo delle sue possibilità”, i soldati hanno combattuto ma anche la gente comune ha difeso città, ospedali e vigili del fuoco. Quindi il presidente ha incoraggiato i residenti delle aree occupate a protestare, se possibile. In dieci giorni di guerra, ha detto Zelensky, l’Ucraina ha unito “milioni di persone, che sono diventate un tutt’uno”.

fonte agenzia dire.it