“La Regione Lazio chiarisca i motivi del prolungamento a 35 giorni per la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer, in contrasto con la precedente dichiarazione dell’assessore D’Amato, rilasciata lo scorso 7 maggio, con la quale dava conferma del rispetto dei 21 giorni”.
“I cittadini che hanno già ricevuto la prima dose si trovano a questo punto nella impossibilità di poter optare sulla scelta di un vaccino alternativo e possono solo sottostare ad una imposizione, malgrado sul modulo di consenso alla vaccinazione fosse chiaramente indicato il termine delle tre settimane. In questi giorni molti di loro stanno ricevendo un sms con l’avviso di una nuova data per la seconda dose di vaccino del produttore americano, allungando il tempo di attesa anche per soggetti che il Comitato Tecnico Scientifico definisce, per patologie concomitanti o connotazione anagrafica, ad alto rischio di contrarre forme di Covid, potenzialmente gravi se non addirittura fatali.
La Regione Lazio, a quanto afferma, recepisce le indicazioni del Ministero della Salute e del CTS. Avrebbe potuto però agire nel rispetto di 4 elementi fondamentali, come avvenuto in altre regioni, ovvero il consenso informato predisposto dal Ministero della Salute il 25 marzo 2021, il bugiardino Pfizer, il foglietto illustrativo di AIFA e le schede di prenotazione dei cittadini. Sono tutti documenti, questi, in cui le raccomandazioni di somministrazione indicano chiaramente un tempo di 21 giorni di distanza tra le due dosi. In più, le indicazioni Pfizer mettono in evidenza che estendere l’intervallo temporale oltre le tre settimane risulta in contrasto con il principio di massima cautela che dovrebbe ispirare tutte le valutazioni e le decisioni che vengono assunte in materia di salute.
L’aspetto più grave è proprio il posticipo della seconda somministrazione anche al target di cittadini in condizioni di fragilità, dei caregivers e delle fasce d’età definite più a rischio. A fronte di dichiarazioni di professionisti e scienziati che ritengono il vaccino l’unica forma di contrasto alla diffusione del Covid, non si capisce perchè si intraprendano azioni che sembrano andare in direzione opposta o che in qualche modo tendono a delegittimare anche l’imponente campagna vaccinale a favore di tutti coloro che invece sostengono l’inutilità del vaccino.
E’ in atto una mobilitazione da parte dei cittadini del Lazio, che sento di dover raccogliere, attraverso la quale chiedono di essere tutelati nei tempi stabiliti al momento della prima somministrazione come da protocollo della casa produttrice. Stanno prendendo la strada di manifestazioni eclatanti come lo sciopero della fame, alle quali peraltro anche la stampa sta dando visibilità, e che aspettano il pronunciamento del TAR in merito alla richiesta di sospensione del provvedimento della Regione Lazio, presentata nelle ultime ore. A tutti loro la Regione dovrà dare una esaustiva risposta, anche attraverso l’interrogazione che mi accingo a presentare. Non vorrei che la ricerca di scalare posizioni nella classifica delle regioni virtuose in termini di quantità di somministrazioni andasse proprio a scapito della salute dei cittadini”.
Così Francesca De Vito, Movimento 5 Stelle Regione Lazio.