Cosa significa essere artisti oggi e come si fa selezione? Questa era la questione cardine del panorama artistico, non solo nazionale, a cui Pro Biennale provava a dare una soluzione. Questo prima della pandemia. Ma dopo? Anche. Così l’appuntamento, ma non l’intenzione di offrire l’arte democratica, è stato posticipato da maggio a luglio. Con la stessa scaletta. Presentata a Venezia dal prof. Vittorio Sgarbi, raccoglierà le opere di artisti italiani e stranieri contemporanei degni di essere notati e annotati.
Da segnare intanto il giorno dell’inaugurazione: giovedì 23 luglio 2020. Doppio il vernissage, che comincerà alle 13 con l’apertura dello Spoleto Pavilion, altrimenti conosciuto come Palazzo Ivancich a 300 metri da piazza San Marco, l’evento continuerà alle 15.30 alla Scuola Grande di San Teodoro, a pochi passi dal Ponte di Rialto.
La rassegna porta i contributi di importanti personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo. A partire da Vittorio Sgarbi e dal curatore di mostre e grandi eventi Salvo Nugnes, organizzatore di Pro Biennale, troviamo: il soprano Katia Ricciarelli, Morgan, la scrittrice e psicoterapeuta Maria Rita Parsi, la giornalista e scrittrice Silvana Giacobini, già direttrice di «Chi» e di «Diva e Donna», e il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori. Ma anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, l’assessore al Turismo Paola Mar, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, l’artista José Dalí, figlio di Salvador Dalí, la giornalista RAI Antonietta Di Vizia e il fotografo internazionale Roberto Villa, amico di Pier Paolo Pasolini e di Dario Fo. Fino ad arrivare al Premio Oscar Gianni Quaranta, a Carlo Motta di Editoriale Giorgio Mondadori, Patrick, vincitore morale del Grande Fratello Vip e inviato speciale di Striscia la Notizia, e la giornalista di Rete Veneta Angelica Montagna.
Rendere l’arte e la cultura fruibili per tutti e far conoscere a un pubblico il più vasto possibile gli artisti contemporanei è la missione di cui Pro Biennale da anni si fa promotrice. Lodandone l’intento, Vittorio Sgarbi ritorna sul problema delle selezioni commentando: «Quanti sono gli artisti oggi nel mondo? Forse un milione, forse due milioni. E in Italia quanti sono? Almeno cinquantamila. Se io fossi stato Vittorio Pica, famoso critico d’arte della prima metà del secolo scorso, o se fossi stato un critico come Ugo Ojetti, insomma, fino al 1950 avrei potuto avere una piantina con tutti gli artisti regione per regione. Perché essere artisti voleva dire qualcosa di distinguibile. Non c’era, per esempio, il mondo femminile: era del tutto esterno all’arte fino alla seconda metà del secolo scorso. Quindi un critico poteva dominare l’Italia con un panorama di forse mille artisti, conoscendoli tutti. Io come faccio, come fa un critico a conoscerli tutti? Con quale possibilità, con quale verosimiglianza e con quale rispetto della loro ricerca?»
Pro Biennale è la risposta di Venezia a una questione sempre più pressante nel mondo dell’arte. Il diritto alla creatività tuttora non è contemplato dalla Costituzione italiana, sebbene il mondo sia cambiato rispetto a settant’anni fa. Ci sono la democrazia, l’alfabetizzazione e c’è finalmente l’attività creativa femminile. C’è, paradossalmente, un eccesso di creatività che viene ignorata. «La creatività ‒ continua il critico d’arte ‒ non è più per pochi. Ora, cosa deriva da questo? Un progresso per i creativi, una difficoltà per i critici. Oggi non posso più scegliere perché non so quanti sono gli artisti. Posso solo osservarli». E per farlo Pro Biennale diventa vitale.
A valorizzare maggiormente l’esposizione, due cornici storiche nel cuore di Venezia. Il Palazzo Ivancich, secolare dimora nobile sita a Castello 4421, e la Scuola Grande di San Teodoro (San Marco 4810). Qui le opere resteranno esposte dal 23 luglio al 7 agosto 2020, visitabili gratuitamente tutti i giorni dalle 10 alle 18, eccetto il lunedì.
Venezia dopo il Coronavirus: la Pro Biennale presentata da Sgarbi e tanti altri vip
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